Don Chisciotte della Mancia | |
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Titolo originale | El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha |
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Autore | Miguel de Cervantes |
1ª ed. originale | 1605-1615 |
1ª ed. italiana | 1622-1625 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | spagnolo |
Ambientazione | Spagna |
Protagonisti | Don Chisciotte |
Coprotagonisti | Sancio Panza |
Don Chisciotte della Mancia, titolo completo L'Ingegnoso Gentiluomo Don Chisciotte della Mancia (in spagnolo El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha) è un romanzo di Miguel de Cervantes, pubblicato in due volumi, nel 1605 e 1615. Inizialmente il nome del personaggio era Don Qvixote [ˈdon kiˈʃote]. È considerata non solo la più influente opera del Siglo de Oro e dell'intero canone letterario spagnolo, ma un capolavoro della letteratura mondiale, e si può considerare il primo romanzo moderno. Vi si incontrano sia elementi del genere picaresco sia del romanzo epico-cavalleresco, nello stile del Tirant lo Blanch e del Amadís de Gaula. I due protagonisti, don Chisciotte e Sancio Panza, sono tra i più celebrati personaggi della letteratura di tutti i tempi.
Il pretesto narrativo ideato dall'autore è la figura dello storico Cide Hamete Benengeli, di cui Cervantes dichiara di aver ritrovato e fatto tradurre il manoscritto in arabo aljamiado, nel quale sono raccontate le vicende di don Chisciotte.[1] Oltre l'artificio letterario dal forte valore parodico, l'invenzione di questo narratore inaffidabile e di altri filtri narrativi destinati a creare ambiguità nel racconto è una delle più fortunate innovazioni introdotte da Cervantes.
L'opera fu pubblicata nel 1605, quando l'autore aveva 57 anni. Il successo fu tale che Alonso Fernández de Avellaneda, pseudonimo di un autore fino ad oggi sconosciuto, pubblicò la continuazione nel 1614. Cervantes, disgustato da questo seguito, decise di scrivere un'altra avventura del don Quijote - la seconda parte - pubblicata nel 1615. Con oltre 500 milioni di copie, è uno dei romanzi più venduti della storia.[2]
Miguel de Cervantes è stato anche un militare: egli stesso, nella premessa dell’opera Galatea, dedicata ad Ascanio Colonna, ricorda di aver servito come “camarero” ad Atri i Duchi Acquaviva e, in particolare, Giulio Acquaviva. Il romanziere descrive soprattutto il carattere sui generis del giovane Cardinale Giulio Acquaviva, un uomo maldestro, esaltato, maniaco di avventure e di gloria e incapace d’innalzarsi al di sopra della realtà. Proprio a seguito di una costrizione di Giulio Acquaviva, Cervantes venne colpito al petto ed alla mano sinistra (che rimarrà rovinata per sempre) durante una battaglia in mare (nel 1571 partecipando con la Flotta della Lega Santa nella battaglia di Lepanto). In molti ritengono che l’opera venne dedicata proprio al maldestro nobile atriano, vero ispiratore, quindi, del Don Chisciotte. Infatti, il nome del personaggio del romanzo, deriva dalle “chisciotte”, dei pantaloni, leggermente bombati in ventre e di color rosso, indossati abitualmente dal giovane ventiquattrenne Giulio Acquaviva.[senza fonte]