Dzong di Punakha

Pungtang Dechen Photrang Dzong
Veduta dello dzong di Punakha
StatoBhutan (bandiera) Bhutan
LocalitàPunakha
Coordinate27°34′54.98″N 89°51′47.02″E
Religionebuddista
ArchitettoZowe Palep
Inizio costruzione1637
Completamento1638

Il Pungtang Dechen Photrang Dzong (Palazzo di grande felicità e beatitudine[1][2] in italiano), noto anche come Pungtang Dewa chhenbi Phodrang o più semplicemente come Dzong di Punakha, è il centro amministrativo e religioso del distretto di Punakha, in Bhutan. Situato poco fuori dalla città di Punakha, fu costruito dal primo Shabdrung, Ngawang Namgyal, tra il 1637 e il 1638,[1][3] è il secondo dzong più antico del Paese, oltre che una delle strutture più imponenti dell'area.[1][4] Esso ospita al suo interno alcune reliquie particolarmente sacre per la scuola Kagyu del Buddhismo tibetano, tra cui i resti di Shabdrung Ngawang Namgyal e del tertön Pema Lingpa.

Lo dzong di Punakha è stato inoltre sede del Governo del Bhutan fino al 1955, anno in cui la capitale fu spostata a Thimphu.[2][4][5]

  1. ^ a b c Dzong at Punakha, su cs.unm.edu. URL consultato il 1º aprile 2010.
    «È il secondo dzong più antico del Bhutan, la cui costruzione iniziò nel 1637 sotto la direzione di Shabdrung Ngawang Namgyal. Lo dzong fu ampliato in modo significativo tra il 1744 e il 1763 durante il regno del 13° Druk Desi (detentore del potere secolare, opposto allo Je Khenpo, massima autorità religiosa del Bhutan con pari potere), Sherab Wangchuk.»
  2. ^ a b (EN) Ashi Dorji Wangmo Wangchuck, Treasures of the thunder dragon: a portrait of Bhutan, Penguin, Viking, 2006, pp. 40–41, 102, ISBN 0-670-99901-6. URL consultato il 1º aprile 2010.
  3. ^ Pommaret, Francoise, Bhutan Himalayan Mountains Kingdom (5th edition), Odyssey Books and Guides, 2006, p. 192.
  4. ^ a b Punakha Dzong, su tourism.gov.bt, Tourism:Government of Bhutan. URL consultato il 1º aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2017).
  5. ^ (EN) Lindsay Brown, Bradley Mayhew, Stan Armington e Richard Whitecros, Bhutan, Lonely Planet, 2007, pp. 146–147, ISBN 1-74059-529-7. URL consultato il 1º aprile 2010.

From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by Nelliwinne