Eddy Merckx | |||||||||||||||||||||||||
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Eddy Merckx alla Molteni nel 1973 | |||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Belgio | ||||||||||||||||||||||||
Altezza | 182 cm | ||||||||||||||||||||||||
Peso | 74 kg | ||||||||||||||||||||||||
Ciclismo | |||||||||||||||||||||||||
Specialità | Strada, pista, ciclocross | ||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1978 | ||||||||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||||||||
Squadre di club | |||||||||||||||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | |||||||||||||||||||||||||
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Eddy Merckx, all'anagrafe Édouard Louis Joseph Merckx (Meensel-Kiezegem, 17 giugno 1945), è un ex ciclista su strada, pistard, ciclocrossista e dirigente sportivo belga. Professionista dal 1965 al 1978 e soprannominato Il Cannibale per la voglia di vincere sempre e non lasciare nulla agli avversari,[1][2][3] è il corridore più vincente della storia del ciclismo, ed è considerato tra i più forti[4] ciclisti di tutti i tempi.[5] Nel suo palmarès, in circa 1800 corse su strada cui prese parte tra i professionisti riportò 445 vittorie, un record, alle quali si aggiungono 80 successi su pista.[6]
Tra i suoi successi figurano cinque edizioni del Tour de France (1969, 1970, 1971, 1972 e 1974), record condiviso con Jacques Anquetil, Bernard Hinault e Miguel Indurain, cinque edizioni del Giro d'Italia (1968, 1970, 1972, 1973 e 1974), eguagliando il primato di trionfi di Alfredo Binda e Fausto Coppi, e una edizione della Vuelta a España, nel 1973, tre Parigi-Nizza (1969, 1970, 1971), un Giro di Romandia (1968), quattro Giri di Sardegna (1968, 1971, 1973 e 1975), tre campionati del mondo su strada (nel 1967, nel 1971 e nel 1974), oltre a trentatré classiche: sette Milano-Sanremo (1966, 1967, 1969, 1971, 1972, 1975, 1976), cinque Liegi-Bastogne-Liegi (1969, 1971, 1972, 1973, 1975), tre Parigi-Roubaix (1968, 1970, 1973), oltre a tre Freccia Vallone (1967, 1970, 1972), tre Gand-Wevelgem, (1967, 1970, 1973), due Giri delle Fiandre (1969, 1975), due Giri di Lombardia, (1971, 1972) due Amstel Gold Race (1973, 1975), due Trofei Laigueglia (1973, 1974), un Giro del Piemonte (1972), due Omloop Het Nieuwsblad (1971, 1973) e una Eschborn-Francoforte (1971).[7][8]
È uno dei soli sette ciclisti ad aver conquistato tutti i tre Grandi Giri,[9] e l'unico ad essere riuscito a realizzare l'accoppiata Giro-Tour per tre volte (1970, 1972 e 1974); inoltre è l'unico ad aver aggiunto ai tre Grandi Giri la vittoria del Giro di Svizzera, considerato la quarta corsa a tappe per importanza. Nel 1974 vinse, nella stessa stagione, Giro d'Italia, Tour de France e campionato mondiale su strada: soltanto l'irlandese Stephen Roche, nel 1987, e lo sloveno Tadej Pogačar, nel 2024, sono riusciti ad eguagliarlo. Secondo nelle statistiche del Tour per tappe vinte in totale (34, record migliorato solo nel 2024 da Mark Cavendish con 35)[3], primo per vittorie in una sola edizione (8, a pari merito con Charles Pélissier e Freddy Maertens) e per il maggior numero di maglie gialle (111);[10] al Giro vinse invece 25 tappe e vestì di rosa per 77 volte, anche quest'ultimo è un record.[2][3][11] Se consideriamo il numero di tappe complessive vinte da Merckx sia al Giro d'Italia sia al Tour de France, il Cannibale detiene un altro record: 59 tappe (di cui 34 al Tour e 25 al Giro).[7][12]
È anche uno dei tre corridori ad essere riuscito ad imporsi in tutte le cinque classiche monumento[13], l'unico ad averle vinte tutte almeno due volte; inoltre, per sette anni consecutivi, dal 1969 al 1975, fece suo il Super Prestige Pernod, sorta di coppa del mondo a punti su strada, antesignano dell'UCI World Tour, introdotto nel 2011.[3]
Per quanto concerne l'attività su pista fu invece primatista dell'ora su bicicletta tradizionale per ventotto anni, dal 1972 al 2000 (percorse 49432 km), quando venne battuto da Chris Boardman[14] vincendo inoltre diciassette Sei giorni.[3][7][15][16]
Fu inoltre il primo ciclista ad essere menzionato nel film di culto The Stars and the Water Carriers, primo documentario del tutto incentrato sul mondo del ciclismo, girato dal regista Jørgen Leth.[17][18]
Era genero dell'ex ciclista Lucien Acou, padre di Axel[19][20], anch'egli ciclista professionista, nonno materno di Luca Masso, giocatore di hockey su prato, nonché suocero del tennista Eduardo.[21]
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