Gli edifici delle piantagioni degli Stati Uniti sono quel complesso o insieme di edifici tipici nelle piantagioni degli Stati Uniti tra il XVII e il XX secolo, in particolare in quelle degli Stati Uniti del Sud. Una piantagione includeva ogni genere di edificio o spazio funzionale alla piantagione stessa, dal recinto per il bestiame sino alle case di residenza degli schiavi e quella padronale. Col termine di piantagione, almeno originariamente, si denotava un insediamento dove un gruppo di coloni "piantava" delle piante e stabiliva una propria base coloniale. A differenza del Nord America, dove le piantagioni erano sensibilmente meno diffuse, gli Stati del Sud furono particolarmente prolifici in questo senso e qui le piantagioni erano generalmente insediamenti autosufficienti che sfruttavano il lavoro forzoso degli schiavi, un sistema simile al sistema delle corti rurali medievali che sfruttavano la servitù della gleba.[1]
Ancora oggi gli storici del settore sono dibattuti su quali siano le differenze che contraddistinguono una piantagione da una fattoria, ma in generale si tende a definire una fattoria un centro agricolo che produce agricoltura di sussistenza. Per contrasto, invece, l'obbiettivo primario di una piantagione è quello di produrre colture da reddito, che comprenda anche gli alimenti base per sostenere chi vi lavora all'interno e il bestiame in essa allevato.[2] Secondo una definizione comune, una piantagione deve superare i 2 km² di terreno per poter essere definita tale e produrre almeno il doppio di quanto consumato dalla piantagione stessa per la sua sussistenza.[3] Altri studiosi hanno tentato di definirla in base al numero di schiavi impiegati in essa.[4]