Edward de Vere, XVII conte di Oxford | |
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Edward de Vere in un ritratto del 1575 di autore sconosciuto oggi conservato presso la National Portrait Gallery di Londra | |
XVII Conte di Oxford | |
In carica | 1550 – 1604 |
Predecessore | John de Vere, XVI conte di Oxford |
Successore | Henry de Vere, XVIII conte di Oxford |
Altri titoli | Visconte Bulbeck |
Nascita | Castello di Hedingham, 12 aprile 1550 |
Morte | Hackney, 24 giugno 1604 (54 anni) |
Dinastia | De Vere |
Padre | John de Vere, XVI conte di Oxford |
Madre | Margery Golding |
Consorte | Anne Cecil Elizabeth Trentham |
Religione | Anglicanesimo |
Edward de Vere, XVII conte di Oxford (Castello di Hedingham, 12 aprile 1550 – Hackney, 24 giugno 1604), è stato un nobile e poeta inglese, cortigiano dell'Età elisabettiana.
Edward era l'unico figlio di John de Vere, XVI conte di Oxford e di sua moglie, Margery Golding. Dopo la morte di suo padre il 3 agosto 1562 egli venne introdotto alla corte della regina Elisabetta I, e ricevette un'eccellente educazione per l'epoca direttamente dal segretario personale della sovrana, Lord William Cecil.[1] Il giovane acquisì contestualmente il titolo di Gran Ciambellano d'Inghilterra.[2] Egli fu un valente campione di giostre cavalleresche,[3] e viaggiò anche in Europa. Egli prestò servizio militare per breve tempo durante le Rivolte del Nord (1569–1570) e nelle Fiandre durante la Guerra anglo-spagnola (1585), anche se non si distinse per capacità particolari.
Il Conte di Oxford divenne noto particolarmente per il proprio patronato che concesse a scrittori e teatri. Tra il 1564 e il 1599 gli vennero dedicati 28 libri, tra i quali spiccano opere di Golding, Lyly, Greene e Munday.[4] Egli inaugurò con la propria presenza il Blackfriars Theatre sul finire del Cinquecento, patrocinandone poi molte compagnie di attori e musicisti.[5]
Egli stesso fu un poeta, ma di scarsa fama, sebbene la sua celebrità sia perlopiù dovuta a una sua presunta relazione con Elisabetta I d'Inghilterra e alla teoria che lo vuole autore delle opere di William Shakespeare[6].