In astronomia l'effetto Yarkovsky è una variazione, da lungo tempo ipotizzata, indotta dalla radiazione solare sull'orbita degli asteroidi; questa spinta è misurabile col radar. L'effetto viene prodotto nel momento in cui gli asteroidi assorbono energia dal Sole e la re-irradiano nello spazio come calore.
L'effetto è così chiamato in onore dell'ingegnere civile Ivan Osipovič Jarkovskij (1844-1902) che lo ipotizzò per primo in un suo studio del 1900.[1] Il suo lavoro sarebbe stato dimenticato se non fosse stato letto nel 1909 dall'astronomo estone Ernst J. Öpik (1893–1985), che alcuni anni più tardi discusse la possibile importanza dell'effetto sul movimento dei meteoroidi nel Sistema solare.[2]
Questo fenomeno è stato misurato per la prima volta sull'asteroide 6489 Golevka, relativamente piccolo rispetto alla media degli asteroidi vicini alla Terra. È infatti largo appena mezzo chilometro, anche se ha una massa di oltre 200 milioni di tonnellate. Tuttavia è ben noto agli astronomi, che l'hanno studiato tramite osservazioni condotte al Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA nel 1991, nel 1995 e nel 1999.
La formula matematica che descrive la forza dovuta all'effetto Yarkovsky è la seguente:
dove s è il raggio fisico del meteoroide, σ la costante di Stefan-Boltzmann, T la temperatura media, ∆T la differenza di temperatura tra le due facce del meteoroide e ζ l'angolo tra l'asse di rotazione e la direzione normale all'orbita.