Emilia | |
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Stati | Italia |
Regioni | Emilia-Romagna |
Territorio |
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Superficie | 17 354 km² |
Abitanti | 3 130 000 |
Densità | 180,36 ab./km² |
Lingue | emiliano, ligure, italiano |
L'Emilia (Emeja, Emélia, Emégglia[1] o Emilia[2] in emiliano; Emilia in ligure) è una regione storica e geografica[3] dell'Italia settentrionale, che insieme alla Romagna forma la regione amministrativa dell'Emilia-Romagna. Prende il nome dalla via Emilia,[4] strada romana fatta costruire dal console Emilio Lepido negli anni 180 a.C. per collegare tra loro le città di Rimini e Piacenza,[5] e coincide in buona parte alla successiva Regio VIII, una delle XI regioni augustee[6] dell'Italia romana, che occupava una sezione rilevante dell’Italia settentrionale tra il Po, gli Appennini e il Mare Adriatico.[7] Il nome "Emilia" applicato al territorio attraversato dall’omonima via romana compare per la prima volta in un editto di Valentiniano III, redatto nel 426 a favore della Chiesa arcivescovile di Ravenna[8]
In epoca alto-medievale avvenne la separazione tra il settore occidentale dell'Emilia antica (assoggettato ai Longobardi) e la parte orientale, che da allora in poi prese il nome di Romagna in quanto soggetta ai Romani (ossia ai Bizantini)[9]. Infatti a quel tempo il Panaro (all’epoca Scoltenna, idronimo oggi riservato solo al suo tratto superiore[10][11]) fu scelto come confine tra il Regno longobardo e l'Esarcato di Ravenna in seguito alla battaglia dello Scultenna del 643, che vide il re longobardo Rotari sconfiggere i Bizantini.[12] Successivamente, dall'891 i territori emiliani di Piacenza, Parma, Reggio e Modena furono ricompresi nella Marca di Lombardia.[13] Dunque dal pieno Medioevo l’Emilia iniziò ad essere considerata parte della Lombardia[14][15] (tale coronimo identificava una vasta area dell'Italia settentrionale[14]) e sotto l'imperatore Federico II alle città emiliane si accennava come a Pavia inferius, cioè "da Pavia in giù".[16]. La concezione del territorio in oggetto come parte della Lombardia sopravvisse fino al XVIII secolo,[17][18] tanto che Leandro Alberti nel XVI secolo lo definiva "Lombardia al di qua del Po".[14][19][20] Tale denominazione attestava in concreto la consolidata differenziazione, rispetto alla Romagna, dei territori in cui l’antica tradizione longobarda aveva resistito e si era rinforzata nelle aree sottoposte all’espansionismo di Milano.[21] L’area emiliana rimase indicata come Lombardia nella cartografia fino al XVIII secolo[17] (nella sua accezione storica) assieme alle definizioni, talvolta sovrapponibili su alcuni territori, di Romagna, nonché di Ducati emiliani per definire le medesime aree (in riferimento ai due ducati di Modena e Reggio e di Parma e Piacenza), accanto proprio all’uso di "Lombardia" e "Romagna", o "Romagne" ogniqualvolta[22] si volesse indicare la Romagna con Bologna e, non di rado, Ferrara.
Dopo l'unità d'Italia, nel 1871 tale denominazione fu resa ufficiale per includere l'intero territorio compreso tra Piacenza e Rimini (inclusa quindi la Romagna)[23] nel nuovo compartimento statistico dell’Emilia, composto dai precedenti Parma-Piacenza, Modena-Reggio-Massa e Romagne.[24][25] Bisognerà aspettare invece l’Italia repubblicana per la denominazione regionale amministrativa di “Emilia-Romagna”, che ha così delineato il senso moderno di Emilia come del tutto corrispondente a quello ormai obsoleto di "Bassa Lombardia", in contrapposizione all'antica Emilia (Aemilia) di epoca romana, coincidente invece all'intera Emilia-Romagna attuale.[24]