L'energia oscura è un'ipotetica forma di energia non direttamente rilevabile diffusa omogeneamente nello spazio[1], teorizzata per giustificare, tramite una grande pressione negativa, l'espansione accelerata dell'universo e altre osservazioni sperimentali.
Si stima che debba rappresentare una gran parte, circa il 68%, della massa-energia dell'universo, che, aggiungendo la quota rappresentata dalla materia oscura, sfuggirebbe agli attuali metodi di rilevazione per circa il 95%.
Le due principali forme ipotizzate di energia oscura sono la costante cosmologica e la quintessenza.
La prevalenza fra le due possibilità richiede misure accurate dell'espansione dell'universo per comprendere come la velocità d'espansione cambi nel tempo. Il coefficiente d'espansione è parametrizzato dall'equazione di stato, il cui calcolo è uno degli sforzi più grandi della cosmologia d'osservazione.
Pur essendo l'energia oscura la spiegazione più diffusa fra i cosmologi per spiegare l'espansione accelerata dell'universo, alcuni modelli di gravità quantistica, tra cui la gravitazione quantistica a loop, possono spiegare le proprietà cosmologiche senza avvalersi di tale ipotesi.
Il termine "energia oscura" fu coniato dal cosmologo Michael Turner.