Eparina | |
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Nome IUPAC | |
vedi Struttura dell'eparina | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C12H19NO20S3 |
Massa molecolare (u) | 12000-15000 g/mol |
Numero CAS | numero CAS non valido |
Numero EINECS | 232-681-7 |
Codice ATC | B01 |
PubChem | 772 |
DrugBank | DBDB01109 |
Dati farmacologici | |
Modalità di somministrazione | i.v., s.c. |
Dati farmacocinetici | |
Metabolismo | epatico |
Emivita | 1,5 ore |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | --- |
Consigli P | ---[1] |
L'eparina, dal greco "ἧπαρ" (fegato) (fu inizialmente estratta dal fegato di cane), è un glicosaminoglicano altamente solfatato, ampiamente utilizzato come farmaco iniettabile anticoagulante. Ha la più alta densità di carica negativa tra tutte le biomolecole conosciute.[2] Può inoltre essere impiegata come collirio oppure per formare superfici anticoagulanti in esperimenti di vario genere e cure mediche (emodialisi). L'eparina ad uso farmaceutico viene ricavata generalmente dalla mucosa di intestino suino o di polmone bovino. Da sottolineare che l'eparina viene prodotta dai mastociti ed inglobata in granuli a secrezione regolata insieme ad altri granuli così come l'istamina, venendo liberata in modo violento quando avvengono reazioni allergiche causate dal riconoscimento di antigeni dai recettori sui mastociti.
La sua azione viene efficacemente antagonizzata dal cloridrato e dal solfato di protamina.[3]
È sull'elenco dei farmaci essenziali per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre ad essere tra i farmaci più efficaci e sicuri nel sistema sanitario.[4]
È nota anche come eparina non frazionata (UFH). È inoltre disponibile una versione frazionata di eparina, nota come eparina a basso peso molecolare.[5]