Esercito del Regno d'Italia | |
---|---|
Stemma del Regno d'Italia | |
Descrizione generale | |
Attivo | 1805-1814 |
Nazione | Regno d'Italia |
Servizio | forza armata |
Tipo | Esercito |
Ruolo | Difesa nazionale dei territori del Regno d'Italia |
Battaglie/guerre | Terza coalizione Quarta coalizione Quinta coalizione Guerra d'indipendenza spagnola Campagna di Russia Sesta coalizione |
Onori di battaglia | Campagna di Russia |
Parte di | |
Grande Armata | |
Comandanti | |
Comandante in capo | Eugenio di Beauharnais |
Degni di nota | Giuseppe Lechi Domenico Pino Pietro Teulié Filippo Severoli Teodoro Lechi |
Simboli | |
Simbolo | |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
L'Esercito del Regno d'Italia, attivo dal 1805 al 1814, fu l'armata terrestre dello Stato cliente dell'impero napoleonico.
Sotto il Primo Impero francese i nuovi monarchi e governatori degli Stati satelliti napoleonici, in particolare gli italiani, ma anche i polacchi, si adoperarono subito per dotarsi di un esercito.
In Italia ciò avvenne principalmente per soddisfare la vocazione militare di Eugenio di Beauharnais nel Regno d'Italia, dove vigeva la coscrizione obbligatoria già dal 1802 ai tempi della Repubblica Italiana, e di Gioacchino Murat nel Regno di Napoli; ma anche per evitare che nei propri regni avessero a sostare un numero troppo alto di soldati francesi lì inviati a mantenere il controllo del territorio. Per esempio le truppe francesi nel Regno di Napoli nel 1806 ammontavano a 40 000 uomini.
La creazione di eserciti nazionali ebbe come riflessi positivi di ridurre i costi di mantenimento delle truppe francesi e di tutelare in parte l'autonomia dei nuovi regni. Anche se spesso per infittire i ranghi dei nuovi eserciti si ricorse nell'arruolamento coatto di carcerati e di disertori o renitenti alla leva provenienti da altri eserciti.[1] In secondo luogo, la nascita di eserciti nazionali italiani ebbe il vantaggio di creare, per la prima volta, una coscienza italiana nei soldati che si trovavano a combattere insieme.