Esplorazione degli asteroidi

Voce principale: Asteroide.
Panoramica di alcuni asteroidi raggiunti da una missione spaziale, in scala.

L'esplorazione degli asteroidi ha avuto inizio nel 1971 si è svolta tramite l'utilizzo di sonde automatiche.

Prima dell'era dei viaggi spaziali, gli asteroidi erano soltanto dei puntini luminosi anche se osservati con i più grandi telescopi. La loro forma e le caratteristiche della superficie rimanevano un mistero.

Le prime fotografie ravvicinate di un oggetto di tipo asteroidale furono scattate nel 1971 quando la sonda Mariner 9 riprese delle immagini delle piccole lune di Marte, Fobos e Deimos,[1] due asteroidi catturati.[2][3] Queste immagini mostrarono la forma irregolare, simile ad una patata, comune alla maggior parte degli asteroidi, in seguito confermato dalle immagini acquisite dalle sonde Voyager delle lune più piccole dei giganti gassosi.

Le prime fotografie ravvicinate di un asteroide vennero scattate dalla Galileo, agli oggetti Gaspra nel 1991,[4] e Ida nel 1993.[5] Nel 1996 la NASA ha lanciato la prima missione dedicata allo studio di un asteroide: la sonda NEAR Shoemaker, dopo aver effettuato nel 1997 il sorvolo dell'asteroide Mathilde,[6] atterrò sull'asteroide Eros nel 2001, determinandone la densità con estrema precisione a partire dalle misure del campo gravitazionale.[7]

Altri asteroidi visitati da sonde in rotta per altre destinazioni sono:

Nel settembre del 2005, la sonda giapponese Hayabusa ha iniziato lo studio dell'asteroide 25143 Itokawa, riportando sulla Terra campioni della superficie 5 anni più tardi. La sonda Hayabusa ha incontrato numerosi contrattempi, compresi i guasti di due delle tre ruote di reazione, che controllano l'orientazione della sonda rispetto al sole e mantengono il puntamento dei pannelli solari, e di due dei quattro motori a ioni.

Il lancio della missione Dawn della NASA, diretta verso Cerere e Vesta, è avvenuto nel mese di settembre del 2007.

La sonda Rosetta dell'ESA è transitata ad 800 km dall'asteroide 2867 Šteins il 5 settembre 2008[10] ed a 3162 km da 21 Lutetia il 10 luglio 2010.[11]

  1. ^ (EN) Veverka, J., Thomas, P., Phobos and Deimos - A preview of what asteroids are like, in Gehrels, T. (a cura di), Asteroids, Tucson, Ariz., University of Arizona Press, 1979, pp. 628-651. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  2. ^ (EN) Duxbury, T.C., Spacecraft imaging of Phobos and Deimos (abstract), in Astronomy, vol. 22, 1978, pp. 149-161, DOI:10.1016/0083-6656(78)90013-2. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  3. ^ (EN) Hunten, D.M., Capture of Phobos and Deimos by protoatmospheric drag, in Icarus, vol. 37, 1979, pp. 113-123, DOI:10.1016/0019-1035(79)90119-2. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Belton1992
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Belton1996
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Veverka1999
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore NSSDC-NEAR
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Binzel1999
  9. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Duxbury2004
  10. ^ (EN) ESA, Encounter of a different kind: Rosetta observes asteroid at close quarters, su esa.int, ESA Portal, 6 settembre 2008. URL consultato il 22 ottobre 2011.
  11. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ESA-Lutetia

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