Le teorie e relative applicazioni dell'eugenetica - l'insieme delle credenze e pratiche miranti a migliorare la qualità genetica della popolazione mondiale[1][2] - hanno svolto un ruolo assai significativo nella storia e nella cultura degli Stati Uniti d'America nel periodo precedente alla sua partecipazione alla seconda guerra mondiale[3].
L'eugenetica venne praticata molti anni prima dell'istituzione dei programmi dell'eugenetica nazista[4], che si sono in gran parte ispirati ai lavori americani[5][6][7]. L'autore Stefan Kühl ha documentato abbondantemente il consenso alla politica razziale nella Germania nazista e a quelle eugenetiche in altri paesi, inclusi gli USA; egli sottolinea anche il fatto che gli eugenetici compresero molto bene le misure messe in opera dal nazionalsocialismo intendendole come la realizzazione dei loro obiettivi e richieste[8].
Nel corso dell'Era progressista tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo l'eugenetica venne considerata principalmente come un metodo per preservare e migliorare i gruppi etnici della popolazione predominanti; viene generalmente associata ad elementi del razzismo e del nativismo, in quanto il movimento originario fu in qualche misura una reazione ad un'improvvisa e sostenuta modificazione dell'immigrazione proveniente dal continente europeo piuttosto che dalla scienza genetica[9].