Ferdinando Imposimato | |
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Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 15 aprile 1994 – 8 maggio 1996 |
Durata mandato | 2 luglio 1987 – 22 aprile 1992 |
Legislatura | X, XII |
Gruppo parlamentare | X: Comunista-PDS XII: Progressisti - Federativo |
Coalizione | XII: Alleanza dei Progressisti |
Circoscrizione | Campania |
Collegio | XII: 13. Caserta |
Incarichi parlamentari | |
X
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Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 23 aprile 1992 – 14 aprile 1994 |
Legislatura | XI |
Gruppo parlamentare | Partito Democratico della Sinistra |
Circoscrizione | XXII. Napoli |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente di sinistra (fino al 1991) PDS (1991-1998) SDI (dal 1998) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli studi di Napoli Federico II |
Professione | Magistrato |
Ferdinando Imposimato (Maddaloni, 9 aprile 1936 – Roma, 2 gennaio 2018) è stato un magistrato, politico e avvocato italiano, nonché presidente onorario aggiunto della Corte suprema di cassazione.
Si è occupato della lotta a cosa nostra, alla camorra e al terrorismo in Italia: è stato infatti giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l'attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l'omicidio del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione.
Aveva un fratello, il sindacalista Franco Imposimato, ucciso dalla camorra nel 1983.
Negli ultimi anni della sua attività si è occupato della difesa dei diritti umani, impegnandosi nel sociale. Ha promosso inoltre la ricerca di verità alternative a quelle processuali in alcuni casi di grande impatto presso l'opinione pubblica (come ad esempio circa l'omicidio di Marta Russo, il caso Carlotto, il caso Sofri).[1] È stato inoltre il legale di Chico Forti, italiano detenuto negli Stati Uniti dal 2000 e, fino al 2015, avvocato difensore di Maria Pezzano nel caso della sparizione di Emanuela Orlandi.