Il filetismo[1][2] o etnofiletismo[3] (dal greco ἔθνος ethnos "nazione" e φυλετισμός phyletismos "tribalismo") è il principio delle nazionalità applicato in ambito ecclesiastico: in altre parole, la fusione tra chiesa e nazione. Il termine ethnophyletismos designa l'idea che una chiesa autocefala locale dovrebbe basarsi non su un criterio locale (ecclesiale), ma su uno etnofiletista, nazionale o linguistico. Fu usato al Santo e Grande (Μείζων Meizon "allargato") Sinodo panortodosso a Costantinopoli il 10 settembre 1872 per qualificare il "nazionalismo filetista (religioso)", che fu condannato come una moderna eresia ecclesiale: la chiesa non doveva essere confusa con il destino di una singola nazione o di una singola razza.[4]