Nelle piante vascolari, il floema (o libro) è un complesso di tessuti viventi con una triplice funzione: trasporto o conduzione, riserva e sostegno. Vengono trasportati composti organici solubili prodotti durante la fotosintesi, in particolare il saccarosio.[1]
Negli alberi, il floema è lo strato più interno della corteccia, da cui deriva il nome, che proviene dalla parola greca per corteccia, φλοιός (Floios). Il termine fu introdotto da Nägeli nel 1858.[2][3]
A differenza delle cellule xilematiche, quelle del floema sono vive a maturità (ad eccezione degli elementi sclerenchimatici), sebbene manchino di alcuni importanti organuli quali il nucleo, l'apparato del Golgi, il citoscheletro ed i ribosomi. Inoltre, le pareti cellulari non presentano lignificazione e sono dotate di aree porose rivestite di callosio per permettere la connessione citoplasmatica tra una cellula e l'altra.