Il monaco Gioacchino da Fiore, che nei suoi scritti preconizzava l'avvento di un nuovo ordo di monaci spirituali che avrebbero contribuito a rinnovare la Chiesa e il mondo. Fu proprio ispirandosi a queste profezie che i rigoristi francescani scelsero per sé il nome di "spirituali".
Con l'espressione Francescanesimo spirituale si possono intendere due fenomeni, distinti ma collegati tra loro, della storia dei primi due secoli del movimento francescano.[1]
In senso lato, si parla di Francescanesimo spirituale in riferimento ad una corrente ampia e diversificata, già individuabile persino negli anni in cui Francesco d'Assisi era in vita. Alcuni frati, infatti, aspiravano ad una povertà assoluta e senza compromessi, e dopo la morte di Francesco chiesero di vivere secondo un'interpretazione letterale della Regolasine glossa (cioè senza interpretazioni ufficiali che ne sminuissero la portata), e secondo il Testamento dello stesso Francesco, al quale il resto dell'Ordine non riconosceva autorità normativa.
In senso più specifico, invece, parlando di Spirituali si indica un movimento ben preciso che sorse a metà degli anni settanta del XIII secolo e durò una cinquantina d'anni, in due contesti locali ben individuabili (e molto diversi tra loro): le città di lingua occitana dell'attuale Francia meridionale, che furono teatro della predicazione del frate Pietro di Giovanni Olivi, e gli eremi dispersi tra le montagne dell'Italia centrale, i cui frati avevano i loro punti di riferimento in Angelo Clareno e Pietro da Macerata, detto fra' Liberato. Questi gruppi di frati (e nel caso della Francia anche di beghine, beghini e altri sostenitori laici, tra i quali spiccava Arnaldo da Villanova) sicuramente appartenevano alla più vasta corrente descritta precedentemente, ma avevano anche alcuni tratti comuni ben identificabili: una forte attesa apocalittica dell'arrivo dell'Anticristo e del rinnovamento della Chiesa, la critica più o meno esplicita contro le autorità della Chiesa (particolarmente contro papa Bonifacio VIII) e dell'Ordine (soprattutto il ministro generale Giovanni da Morrovalle) e, spesso, il tentativo di imporre al francescanesimo uno stile di vita più tipicamente eremitico.
^Sulla distinzione tra una "tradizione spirituale" del francescanesimo (terminologia moderna), che esaltava la povertà radicale, e i frati che effettivamente vennero denominati "gli Spirituali", ma anche sui legami tra questi due fenomeni, si veda: Grado Giovanni Merlo. Nel nome di san Francesco : Storia dei frati Minori e del francescanesimo sino agli inizi del XVI secolo. Padova: Editrici Francescane, 2003. 232-251.