Francesco Sforza | |
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Francesco Sforza ritratto da Bonifacio Bembo, 1460 circa, Pinacoteca di Brera | |
Duca di Milano | |
In carica | 25 marzo 1450 – 8 marzo 1466 |
Predecessore | Filippo Maria Visconti |
Successore | Galeazzo Maria Sforza |
Conte di Pavia | |
In carica | 16 settembre 1447 – 22 marzo 1450 |
Predecessore | Filippo Maria Visconti |
Successore | Galeazzo Maria Sforza |
Signore di Genova | |
In carica | 13 aprile 1464 – 8 marzo 1466 |
Nascita | Cigoli, 23 luglio 1401 |
Morte | Milano, 8 marzo 1466 (64 anni) |
Luogo di sepoltura | Duomo di Milano |
Dinastia | Sforza |
Padre | Muzio Attendolo Sforza |
Madre | Lucia Terzani |
Consorti | Polissena Ruffo Maria Caldora Bianca Maria Visconti |
Figli | vedi sezione |
Religione | Cattolicesimo |
Francesco Sforza (Cigoli, 23 luglio 1401 – Milano, 8 marzo 1466) è stato il primo duca di Milano appartenente alla dinastia degli Sforza.
Valente condottiero di compagnia di ventura, per anni Francesco Sforza combatté al servizio dei vari principati italiani, dal Regno di Napoli allo Stato della Chiesa, per giungere infine alla corte del duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nel ventennale servizio presso quest'ultimo, lo Sforza dovette destreggiarsi tra gli intrighi organizzati dal duca medesimo, invidioso e sospettoso della popolarità e delle abilità militari del suo capitano di ventura.
Nel 1441, Francesco giunse a sposare la figlia del duca, Bianca Maria, divenendo il principale candidato alla successione del potentato milanese. Tuttavia, alla morte di Filippo Maria avvenuta nel 1447, Milano insorse proclamando la Repubblica, destinata a indebolirsi progressivamente a causa dell'influenza politica e militare che lo Sforza stesso riuscì a esercitare sul popolo milanese.
Dopo essere asceso al rango ducale nel 1450 ed essere stato legittimato davanti ai milanesi come consorte dell'ultima esponente dei Visconti, Francesco Sforza fu il principale artefice della pace di Lodi tra gli Stati italiani e della rinascita politica, economica e artistica del Ducato di Milano dopo decenni di instabilità, guadagnandosi la stima e l'ammirazione dei suoi contemporanei e di Niccolò Machiavelli.
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