Friedrich Wilhelm Nietzsche (AFI: [ˈfʁiːtʁɪç ˈniːtʃə] oppure [ˈniʧe][1]; Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, filologo, scrittore e poeta tedesco.
Pensatore originale e innovativo, la sua produzione filosofica ha influenzato il mondo culturale occidentale dal ventesimo secolo in poi. La sua filosofia rappresenta una rottura nei confronti del passato e una conseguente apertura a nuovi modi di fare filosofia, caratterizzata anche dall'alternanza stilistica tra la prosa letteraria (vedasi per esempio Così parlò Zarathustra) e l'utilizzo degli aforismi[2][3].
La sua filosofia, vero e proprio spartiacque tra il pensiero del diciannovesimo secolo e quello del ventesimo, si ricalca sul canovaccio della critica alle fondamenta della cultura occidentale del suo tempo, tanto che Nietzsche è etichettato come un critico della cultura in toto[4].
Filologo di professione, in seguito allo scandalo accademico provocato dalla pubblicazione della sua prima, ambigua opera, La nascita della tragedia dallo spirito della musica (1871)[5], Nietzsche decise di utilizzare lo stile iperbolico e altisonante come leitmotiv delle sue opere, le quali infatti si intrisero di una riflessione provocatoria e accattivante circa i temi della crisi spirituale dell'Europa.
La sua opera è poliedrica ed antisistematica, anche se si può fare un distinguo tra le sue opere inziali, di stampo schopenhaueriano[6], e quelle più mature, improntate sulla sua indipendente riflessione; spaziando dalla metafisica all'etica, dall'epistemologia alla filosofia della religione, in particolare della fede cristiana, il filosofo oppone ai valori cristiani un superamento della morale e della metafisica cristiane e l'affermazione dell'individuo all'interno di un nuovo schema etico-sociale.
La sua breve carriera accademica fu marcata dalla critica che contro di lui condusse l'affermato filologo Wilamowitz, costringendo dunque Nietzsche a perenni viaggi motivati dal tentativo di tenere a bada la cagionevolissima salute del filosofo[7]; la sua vita fu, tutt'al più, marcata da una lunga solitudine che lo accompagnò fino alla crisi del 1889[7].