Ganimede (Giove III) | |
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Satellite di | Giove |
Scoperta | 7 gennaio 1610[1][2] |
Scopritori | Galileo Galilei Simon Marius |
Parametri orbitali | |
(all'epoca J2000.0) | |
Semiasse maggiore | 1070400 km |
Perigiovio | 1069200 km |
Apogiovio | 1071600 km |
Circonf. orbitale | 6725500 km |
Periodo orbitale | 7,15455296 giorni (0,0195880985 anni) |
Velocità orbitale | |
Inclinazione orbitale | 2,21° |
Inclinazione rispetto all'equat. di Giove | 0,20° |
Eccentricità | 0,0011 |
Dati fisici | |
Diametro medio | 5262,4 km 0,413 r⊕ |
Superficie | 8,7×107 km² |
Volume | 7,6×1019 m³ |
Massa | |
Densità media | 1,942×103 kg/m³ |
Acceleraz. di gravità in superficie | 1,43 m/s² |
Velocità di fuga | 2700 m/s |
Periodo di rotazione | Rotazione sincrona |
Inclinazione assiale | 0° |
Temperatura superficiale | |
Pressione atm. | tracce |
Albedo | 0,43 |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. |
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Magnitudine app. | 4,61 |
Ganimede è il maggiore dei satelliti naturali del pianeta Giove e il più grande dell'intero sistema solare; supera per dimensioni (ma non per massa) lo stesso Mercurio.[3] Ganimede completa un'orbita attorno a Giove in poco più di sette giorni[4] ed è in risonanza orbitale 1:2:4 con Europa e Io rispettivamente.
Composto principalmente da silicati e ghiaccio d'acqua, è totalmente differenziato con un nucleo di ferro fuso. Si ritiene che un oceano di acqua salata esista a circa 200 km di profondità dalla superficie, compreso tra due strati di ghiaccio.[5] La superficie ganimediana presenta due principali tipi di terreno: le regioni scure, antiche e fortemente craterizzate, che si ritiene si siano formate 4 miliardi di anni fa e che coprono un terzo della luna e le zone più chiare, di formazione leggermente più recente, ricche di scoscendimenti e scarpate che coprono la restante parte. La causa delle striature visibili nelle zone chiare non è ancora totalmente compresa, sebbene esse siano probabilmente il risultato dell'attività tettonica attivata dal riscaldamento mareale.[6]
Ganimede è l'unico satellite del sistema solare per cui è nota l'esistenza di un campo magnetico proprio, probabilmente sostenuto dai movimenti convettivi all'interno del nucleo di ferro fuso.[7] La ridotta magnetosfera ganimediana è immersa nella ben più grande magnetosfera gioviana, cui è collegata da linee di campo aperte. Il satellite presenta una tenue atmosfera di ossigeno, presente nella forma atomica (O), molecolare (O2) e forse come ozono (O3).[8] L'idrogeno atomico è un costituente minore dell'atmosfera. Ancora non è noto con certezza se il satellite sia dotato anche di una ionosfera.[9]
Scoperto da Galileo Galilei nel 1610,[10] deve il suo nome al personaggio di Ganimede, coppiere degli dei della mitologia greca amato da Zeus, l'equivalente greco di Giove. Diverse missioni spaziali hanno potuto studiare Ganimede da vicino durante l'esplorazione del sistema di Giove; tra queste la Pioneer 10 ne ha raccolto le prime immagini ravvicinate,[11] le sonde Voyager hanno raffinato la stima delle sue dimensioni mentre la sonda Galileo ha scoperto, durante ripetuti sorvoli ravvicinati, l'esistenza del campo magnetico proprio e ha suggerito quella dell'oceano sotto la superficie.
In gran parte della prima letteratura astronomica ci si riferiva a Ganimede servendosi della designazione numerica romana come Giove III o come "terzo satellite di Giove".
La missione Jupiter Icy Moons Explorer dell'ESA, lanciata il 14 aprile 2023, oltre a studiare le altre lune gioviane Io, Europa e Callisto, sarà la prima sonda a entrare in orbita intorno a Ganimede.
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore SidereusNuncius
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Planetary Society
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Showman1999
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Kivelson2002
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Hall1998
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Eviatar2001
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Pioneer 11