«Uomo piccolo di cattiva disposizione, scuro, occhi scavati, capelli corti con grandi orecchie, bocca grande, voce rauca, balbettava, pauroso, con un coltello di bufalo e un berrettino di tela d'oro e una cintura di velluto rosso con tre pistole, non portava spada ma un archibugio nelle mani, non sapeva leggere.»
Gennaro Annese | |
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Presunto ritratto di Gennaro Annese, Aniello Falcone | |
Generalissimo della Repubblica Napoletana | |
Durata mandato | 22 ottobre 1647 – 19 novembre 1647 |
Predecessore | carica creata (Filippo III come Re di Napoli) |
Successore | carica abolita (Enrico II di Guisa come Doge della Repubblica Napoletana) |
Gennaro Annese (Napoli, 1604 – Napoli, 20 giugno 1648) è stato un capopopolo, rivoluzionario e armaiolo napoletano, generalissimo della Repubblica napoletana nel 1647.
Noto per la sua abilità nel fabbricare archibugi, la sua bottega si trovava davanti alla porta del Carmine[2]. Dopo essere stato in carcere per accuse di falsificazione di monete, successe al capopopolo Masaniello alla guida della città partenopea per un breve periodo, tra ottobre e novembre del 1647, per poi essere sostituito da Enrico II di Guisa, che divenne doge della neonata repubblica. Alla testa dell'insurrezione napoletana contro il governo spagnolo del 1647, si dovette barcamenare in un gioco di alleanze e capovolgimenti di fronte tra le potenze che allora consideravano l'Italia una terra di conquiste, ossia Spagna e Francia.