Germaine Luise Krull (Posen-Wilda, 20 novembre 1897 – Zurigo, 31 luglio 1985) è stata una fotografa tedesca, pioniera tra gli anni venti e quaranta del Novecento della fotografia d'avanguardia e del fotogiornalismo moderno.[1]
Ha vissuto una vita bohémien e attraversato quattro continenti, dando contributi significativi nel campo della fotografia urbana e del reportage. La sua opera più nota è il fotolibro Métal (1928), in cui ha ritratto le macchine e le strutture industriali in diverse località europee, nello stile fotografico della Nuova Visione (Neues Sehen).[2]
Oltre ad essere una fotografa modernista, Krull ha incarnato la "donna nuova" della Repubblica di Weimar, professionalmente indipendente e padrona del proprio destino, sessualmente libera, cosmopolita.[3]
Attivista politica a Monaco dopo la prima guerra mondiale, prese parte alla Repubblica Bavarese dei Consigli e nel 1921 partecipò al Terzo Congresso dell'Internazionale Comunista a Mosca, da dove venne espulsa come controrivoluzionaria per le sue posizioni radicali; durante la seconda guerra mondiale sostenne in Africa la causa della Francia libera contro Hitler, fu corrispondente di guerra in Europa e in seguito nei paesi del sud est asiatico.[4]
Dopo aver lavorato come imprenditrice in Thailandia per circa vent'anni, nell'ultimo periodo della sua vita scelse un'esistenza solitaria tra i monaci tibetani esiliati in India, sostenendone la causa.[5]
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