Gino Girolimoni (Roma, 1º ottobre 1889 – Roma, 19 novembre 1961) è stato un fotografo e mediatore[1] italiano, ingiustamente accusato di essere il Mostro di Roma, un pedofilo autore di cinque omicidi rimasti irrisolti fra il 1924 e il 1927.
Alla fine degli anni venti fu messo sotto accusa come responsabile dello stupro di sette bambine e dell'omicidio di cinque di esse. Nonostante l'assenza di prove, fu vittima di una campagna mediatica che lo indicò come sicuro colpevole, su pressione del regime fascista che voleva accreditarsi come garante dell'ordine.[2][3] Fu successivamente scagionato, ma ne ebbe comunque la vita sconvolta. Questo errore giudiziario rappresenta un caso emblematico degli effetti perversi sulla pubblica opinione di una campagna giornalistica.[3] La vicenda ispirò anche un lungometraggio cinematografico del 1972, Girolimoni, il mostro di Roma.[4] Tale fu il clamore mediatico del caso che a Roma, ma non solo, il suo cognome è rimasto per anni sinonimo di pedofilo o depravato.[5][6][7]
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :1
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :2