Governo Giolitti V | |
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Stato | ![]() |
Presidente del Consiglio | Giovanni Giolitti (UL) |
Coalizione | PPI, DS, UL, PDR[1], PR/RAD-IND[2], Indipendenti |
Legislatura | XXV, XXVI |
Giuramento | 15 giugno 1920 |
Dimissioni | 27 giugno 1921 |
Governo successivo | Bonomi I 4 luglio 1921 |
Il Governo Giolitti V è stato il cinquantacinquesimo esecutivo del Regno d'Italia, il quinto guidato da Giovanni Giolitti.
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 15 giugno 1920[4][5] al 4 luglio 1921[6] (sebbene già dimissionario dal precedente 27 giugno), per un totale di 375 giorni, ovvero 1 anno e 10 giorni.
L’esecutivo è ricordato, fronteggiando gli scioperi e le occupazioni del "Biennio rosso", per aver adottato una posizione attendista, tollerando però le aggressioni fasciste, e per aver fatto sgombrare i legionari di D'Annunzio da Fiume con la forza (cosiddetto "Natale di sangue"), risolvendo successivamente la disputata situazione geopolitica della città con la Jugoslavia tramite il Trattato di Rapallo.
In questo governo è stato ricostituito per via di necessità logistico-politiche, tramite regio decreto (R.D. del 17 giugno 1920, n. 1910), il "Commissariato generale per gli Approvvigionamenti ed i Consumi alimentari", con la conseguente soppressione del sottosegretariato incaricato presso il “Ministero del tesoro”.