Grande guerra Sioux del 1876 parte di guerre Sioux e guerre indiane | |||
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Data | 1876–1877 | ||
Luogo | Territorio del Montana, Territorio del Dakota, Territorio del Wyoming | ||
Esito | Vittoria statunitense | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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La grande guerra Sioux del 1876, nota anche come guerra per le Black Hills, fu una serie di battaglie e negoziazioni occorse tra il 1876 ed il 1877 che coinvolsero i Sioux Lakota e i Cheyenne settentrionali contro gli Stati Uniti d'America durante la presidenza di Ulysses S. Grant. Dopo la scoperta dell'oro nelle Colline Nere i coloni iniziarono ad invadere il territorio indiano, mentre il governo federale aumentava la pressione per convincerli a restare nella riserva Sioux.
Tradizionalmente Stati Uniti e storici pongono i Lakota al centro della storia, soprattutto a causa del loro numero, anche se alcuni nativi americani credono che i Cheyenne siano stati il principale obiettivo della campagna statunitense. Secondo un'interpretazione alternativa gli indiani l'avrebbero definita "la grande guerra Cheyenne".[1]
Tra le molte battaglie e schermaglie della guerra ci fu la battaglia del Little Bighorn, famosa per essere stata l'ultima difesa di Custer, il più famoso scontro tra Stati Uniti e indiani. Nonostante questa vittoria dei nativi, gli Stati Uniti con le ampie risorse a disposizione obbligarono presto gli indiani alla resa, soprattutto attaccando e distruggendone accampamenti e proprietà. La grande guerra Sioux si svolse sotto la presidenza di Ulysses S. Grant prima e la presidenza di Rutherford Hayes poi.