Gregory Cromwell, I barone Cromwell

Gregory Cromwell
Presunto ritratto di Gregory Cromwell, Hans Holbein il Giovane, 1533-1540[1]
I Barone Cromwell
Stemma
Stemma
In carica18 dicembre 1540 –
4 luglio 1551
Predecessorenuova creazione[2]
SuccessoreHenry Cromwell, II barone Cromwell
NascitaLondra, 1520
MorteAbbazia di Launde, Leicestershire, 4 luglio 1551 (30-31 anni)
DinastiaCromwell
PadreThomas Cromwell, I conte di Essex
MadreElizabeth Wyckes
ConiugeElizabeth Seymour
(1537)
FigliHenry
Edward
Thomas
Catherine
Frances
ReligioneAnglicanesimo

Lord Gregory Cromwell, I barone Cromwell, Cavaliere del Bagno (Londra, 1520Leicestershire, 4 luglio 1551), è stato un nobile inglese, unico figlio di Thomas Cromwell, consigliere di Enrico VIII, e di sua moglie Elizabeth Wyckes.

Thomas Cromwell, nonostante le modeste origini, divenne uno dei più potenti consiglieri e ministri di Enrico VIII, e, come sostenitore della Riforma protestante, fu fondamentale nel favorire lo Scisma anglicano, sostenendo il sovrano nel divorzio da Caterina d'Aragona[3].

Nel 1537 Gregory Cromwell sposò Elizabeth Seymour, sorella di Jane Seymour, terza moglie di Enrico VIII e madre di Edoardo VI[4]. Riuscì a sopravvivere alla caduta in disgrazia di suo padre (giustiziato nel 1540) e del suo protettore Edward Seymour (allontanato da corte nel 1549), e ad affermarsi come ricco proprietario terriero[5][6], il cui notevole patrimonio alla sua morte nel 1551 trasmise al figlio maggiore Henry[7].

  1. ^ Fitzgerald and MacCulloch 2016.
  2. ^ Gregory Cromwell portò il titolo di barone Cromwell dal 18 aprile al 10 giugno 1540, dal momento della creazione del padre come Conte di Essex fino al suo arresto. Era tuttavia un titolo di cortesia, derivato dal titolo sussidiario del padre. Nel dicembre 1540, Gregory fu invece creato Barone Cromwell per suo diritto.
  3. ^ Bernard 2007, p.513; Underwood 2004, pp.517-539; Slavin 1979, pp.3-19
  4. ^ Schofield 2011, p.288
  5. ^ Letters and Papers, Foreign and Domestic, Henry VIII; p.16 580 (49)
  6. ^ Wright 1684, p.97
  7. ^ Cokayne III 1913, pp.557-559

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