Grotte Santo Stefano frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Viterbo |
Comune | Viterbo |
Territorio | |
Coordinate | 42°30′59″N 12°10′39″E |
Altitudine | 285 m s.l.m. |
Abitanti | 2 802 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 01100 |
Prefisso | 0761 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | grottani |
Patrono | san Venerando |
Giorno festivo | Prima Domenica di Settembre |
Cartografia | |
Grotte Santo Stefano è una frazione del comune di Viterbo. Si trova a circa 16 km dal capoluogo dell'alta Tuscia, percorrendo la strada Teverina, verso la valle del Tevere. È servita dalla omonima stazione della Ferrovia Viterbo-Attigliano.
Fino al 2 gennaio 1927 era un comune della provincia di Roma. Con la riforma delle province attuata da Benito Mussolini, a partire dall'anno successivo fu aggregato a Viterbo assieme ai territori di Bagnaia, San Martino al Cimino e in seguito, dal 1946, Roccalvecce Decreto del Capo provvisorio dello Stato 20 settembre 1946, n. 287.
All'epoca, in disputa con Viterbo per l'elevazione al rango di Provincia era Civitavecchia che perse l'opportunità, proprio perché Viterbo riuscì con le aggregazioni di altri comuni ad incrementare il proprio territorio e il numero degli abitanti.
Solo il 27 maggio 1969, su proposta di legge durante la V legislatura a nome del deputato Aldo Bozzi[1][2] appartenente al Partito Liberale Italiano (PLI), ci fu il primo tentativo di ricostituire il comune autonomo di Grotte Santo Stefano, comprensivo anche del paese di Magugnano ad esso limitrofo, ma la proposta di legge non fu mai discussa alla Camera dei Deputati.
Gli abitanti nel 1974 e 1985 tentarono di ricostituire il Comune autonomo, ma i tentativi non ebbero gli esiti sperati e, pur restando a 16 km di distanza da Viterbo e con una popolazione di circa 3.800 abitanti con origini e tradizioni diverse, Grotte Santo Stefano resta praticamente un "quartiere decentrato" di Viterbo.