Guerra d'indipendenza estone parte della guerra civile russa | |
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Un treno armato estone nel gennaio 1919 | |
Data | 28 novembre 1918 - 2 febbraio 1920 |
Luogo | Estonia, Russia nord-occidentale |
Esito | - Firma del Trattato di Tartu - Indipendenza dell'Estonia |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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La guerra d'indipendenza estone (in estone: Vabadussõda, letteralmente "guerra della libertà") fu combattuta tra il 28 novembre 1918 e il 2 febbraio 1920 nel territorio dell'attuale Estonia e nelle zone limitrofe a essa nella Russia nord-occidentale, essenzialmente tra le forze nazionaliste estoni e le truppe della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa.
L'Estonia proclamò la sua indipendenza nei giorni immediatamente successivi alla conclusione della prima guerra mondiale, quando la capitolazione della Germania e la smobilitazione delle armate tedesche schierate sul fronte orientale lasciarono senza controllo vaste regioni nell'Europa orientale; l'Estonia era stata parte per diversi secoli dell'Impero russo, e questo spinse il nuovo governo bolscevico della RSFS Russa ad avviare un'invasione del territorio estone onde riguadagnarne il controllo, spalleggiando l'istituzione di un governo fantoccio locale (la "Comunità dei lavoratori estoni"). L'appoggio del Regno Unito, che inviò armi e uno squadrone navale della Royal Navy, e l'afflusso di volontari da varie nazioni scandinave consentirono alle forze nazionaliste estoni di fronteggiare l'invasione e di passare al contrattacco, riconquistando il terreno perduto entro il febbraio 1919.
Il conflitto entrò quindi a far parte dei più vasti eventi della guerra civile russa, con gli estoni che fornirono supporto all'Armata Bianca anti-bolscevica del generale Nikolaj Judenič nelle sue offensive in direzione di Pietrogrado; la sconfitta dei "bianchi" nel novembre 1919 portò poi all'avvio di colloqui di pace tra estoni e russi, culminati nella firma del trattato di Tartu il 2 febbraio 1920 che pose fine alle ostilità riconoscendo la piena indipendenza dell'Estonia.