Guerra dei cavalli celesti | |||
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Data | 104-101 a.C. | ||
Luogo | Valle di Fergana | ||
Esito | Vittoria Han
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Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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La Guerra dei cavalli celesti fu un conflitto militare combattuto nel 104 a.C. e nel 102 a.C. tra l'impero cinese sotto la dinastia Han e un regno greco, probabilmente la Battria, indicato dai cinesi come Dayuan, ubicato nell'Asia centrale, all'estremità orientale di quello che era stato l'Impero achemenide prima, e successivamente l'impero di Alessandro Magno, in quello che oggi è l'Uzbekistan. Dayuan era un esonimo cinese per l'area, che significa "Grandi Ioni". L'esito fu la vittoria dell'impero cinese e un'espansione temporanea della sua egemonia nel profondo dell'Asia centrale.[1][2]
L'imperatore Han Wudi ricevette notizie dal diplomatico Zhang Qian secondo cui il regno di Dayuan possedeva cavalli alti e potenti (chiamati "cavalli celesti") che potevano essere d'aiuto contro la popolazione degli Xiongnu. Mandò così Zhang Qian ad esplorare la regione e acquistare i cavalli. Il regno Dayuan però rifiutò l'accordo, provocando la morte di uno degli ambasciatori Han, e la confisca dell'oro inviato come pagamento. Quindi l'imperatore inviò un esercito per catturare la capitale del regno greco, ovvero Alessandria Eschate (moderna Khujand), allora una delle località del mondo ellenistico poste più a oriente.[3]
La prima spedizione fallì, ma la seconda costituita da una forza più grande sconfisse i Dayuan, installò un regime filo-Han e recuperò abbastanza cavalli per creare successivamente una cavalleria abbastanza forte da sconfiggere gli Xiongnu nelle Guerre tra questi e gli Han.[1]
La guerra inoltre segnò in assoluto l'inizio dei contatti tra oriente e occidente, e dello sviluppo della via della seta.