Guerra delle fazioni

Guerra delle fazioni
parte della rivoluzione messicana, delle guerre della banana e correlata alla prima guerra mondiale
Soldati costituzionalisti su un vagone ferroviario nel 1914
Data4 dicembre 1914 - Luglio 1920[Nota 1]
LuogoMessico, con sconfinamenti negli Stati Uniti e in Guatemala
Casus belliRottura della Convenzione di Aguascalientes
EsitoVittoria costituzionalista
Schieramenti
Comandanti
Villisti
Pancho Villa
Felipe Ángeles
Rodolfo Fierro
José María Maytorena
Manuel Chao
Tomás Urbina
Zapatisti
Emiliano Zapata
Felipe Neri Jiménez
Otilio Montaño Sánchez
Genovevo de la O
Manuel Palafox
Mapachistas
Tiburcio Fernández Ruiz
Tirso Castañón

Félix Díaz
Aureliano Blanquet
Juan Andreu Almazán
Luis Medina Barrón
Higinio Aguilar


Fratelli Flores Magón
Librado Rivera


Vari leader ribelli
Venustiano Carranza
Álvaro Obregón
Pablo González Garza
Joaquín Amaro
Benjamín G. Hill
Francisco Murguía
Jacinto B. Treviño
Salvador Alvarado
Manuel M. Diéguez
Pánfilo Natera
Plutarco Elías Calles
Cándido Aguilar
Cesáreo Castro
Adolfo de la Huerta
Francisco L. Urquizo
Eduardo Hay
Ignacio L. Pesqueira
Jesús Agustín Castro
Juan José Ríos
Federico Montes
José Siurob
Enrique Estrada
Molti altri
Effettivi
72 000 villisti e zapatisti (1914)
150 000 convenzionalisti (1915)
57 000 soldati (1914)
150 000 soldati (1915)
10 000 soldati statunitensi
Perdite
Numeri incerti ma pesantissimi
2 tedeschi uccisi[1]
Numeri incerti ma pesanti
Centinaia di statunitensi uccisi e feriti
Migliaia di civili uccisi e feriti
Circa 450 000 morti per influenza spagnola dal 1918
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La guerra delle fazioni (1914-1920) è la più lunga fase della rivoluzione messicana, durante la quale avvenne il consolidamento del potere dei Costituzionalisti, gruppo politico e militare guidato da Venustiano Carranza e Álvaro Obregón, a seguito della rivoluzione costituzionalista (1913-1914).

La rivoluzione messicana sembrava finalmente terminata dopo la breve parentesi della dittatura di Victoriano Huerta ma a causa del fallimento della Convenzione di Aguascalientes nel 1914, ricominciò la guerra civile tra i difensori dell'autorità democratica della Convenzione (i Convenzionalisti), Pancho Villa ed Emiliano Zapata, e la fazione di Venustiano Carranza, che aveva riunito intorno a sé i principali rivoluzionari messicani contro Huerta nel 1913 con il Piano di Guadalupe. Villa e Zapata occuparono Città del Messico ma a causa di un mancato accordo e il successivo abbandono della capitale, diedero il tempo necessario ai Costituzionalisti di riorganizzarsi e logorarli e alla fine batterli negli anni successivi. Nel 1917 il governo di Carranza emanò una nuova Costituzione fortemente anticlericale dopo quella vecchia liberale del 1857. Fu un evento importantissimo perché l'emanazione di una nuova Costituzione era sempre stato uno dei principali obiettivi dei ribelli fin anche da prima dello scoppio della Rivoluzione nel 1910. Con essa fu decretata de facto la fine delle ostilità, ma, in realtà, servì soprattutto per legittimare il nuovo dominio costituzionalista sul Messico. Gli scontri maggiori terminarono nel 1919 con l'assassinio di Emiliano Zapata, caduto in un'imboscata organizzata da Carranza, la fucilazione di Felipe Ángeles, e la vittoria federale (cioè costituzionale) nella terza battaglia di Ciudad Juárez contro Pancho Villa.

Venustiano Carranza (al centro) e Álvaro Obregón (all'estrema sinistra) nel 1916. Obregón perse il braccio destro nella battaglia di León contro Pancho Villa l'anno precedente

La guerra delle fazioni si caratterizzò per l'elevatissimo spargimento di sangue in grandi battaglie campali, in particolare nel suo anno culminante, il 1915, e per il pieno coinvolgimento degli Stati Uniti e delle nazioni europee, in particolare l'Impero tedesco, negli affari messicani. Ad essa presero parte anche i Felicisti, gruppo minore di ribelli conservatori guidati da Félix Díaz, nipote di Porfirio Díaz, e l'Unione Rivoluzionaria dei Lavoratori (il Partito Liberale Messicano riformato, ormai ininfluente) dei fratelli Flores Magón.

I Costituzionalisti riuscirono a ottenere il riconoscimento da parte degli Stati Uniti d'America e delle altre nazioni e nel 1920 con la resa di Villa (ucciso poi nel 1923) e con la Ribellione di Agua Prieta guidata da Obregón, instaurarono una nuova dittatura che avrebbe dominato il Messico in modo autoritario fino almeno agli anni '80 come Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), nonostante numerose ribellioni durante gli anni '20.


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  1. ^ James P. Finley e Jeanne Reilly, Buffalo Soldiers at Huachuca: The Battle of Ambos Nogales, su BYU Library, Brigham Young University, 1993. URL consultato il 9 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2011).
    «Mexican casualties are not known, but found among the Mexican dead were the bodies of two German agents provocateurs.»

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