Guerra di Valtellina parte della guerra dei trent'anni | |
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Il sacro macello, xilografia anonima custodita nella biblioteca cantonale di Coira | |
Data | 1620 - 1639 |
Luogo | Europa |
Casus belli | Sacro macello |
Esito | Capitolato di Milano (1639) |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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La guerra di Valtellina (1620-1639) fu un conflitto per il controllo della Valtellina e delle contee di Bormio e Chiavenna, nel generale contesto della guerra dei trent'anni e dei cosiddetti "Torbidi grigionesi" (in tedesco "Bündner Wirren")[1] che scuotevano la regione retica in quel periodo.
Lo scontro vide coinvolti da una parte la "Casa d'Asburgo" (cioè il Regno di Spagna di Filippo IV e il Sacro Romano Impero di Ferdinando II) e dall'altra la Repubblica delle Tre Leghe, supportata ad alterne riprese dalla Repubblica di Venezia, da Carlo Emanuele I di Savoia e da Luigi XIII di Francia. Nell'ultima fase del conflitto, le Tre Leghe si scontrarono invece con i francesi, impadronitisi della Valtellina nel 1635, alleandosi con gli spagnoli per riottenere il territorio conteso.
La Repubblica delle Tre Leghe aveva interesse a mantenere la Valtellina nella propria sfera di controllo perché si trattava di una valle fertile a sud delle Alpi, importante via di comunicazione per i commerci (e quindi terreno favorevole per l'imposizione di tasse). Gli spagnoli, invece, erano interessati soprattutto all'importanza strategica della Valtellina, uno dei "corridoi" fondamentali della cosiddetta "Strada spagnola" per le Fiandre[2] che, attraverso i passi dello Stelvio e dell'Umbrail, portava dal Ducato di Milano, controllato dagli Asburgo di Spagna, al Tirolo, controllato dagli Asburgo d'Austria.