Guerra indo-pakistana del 1971 parte delle guerre indo-pakistane | |||
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Il generale Niazi (seduto al centro con il basco) firma la resa delle forze pakistane nel Pakistan orientale alla presenza del comandante delle truppe d'invasione indiane, generale Aurora (seduto a sinistra con il turbante) | |||
Data | 3-17 dicembre 1971 | ||
Luogo | Bangladesh confine tra India e Pakistan | ||
Casus belli | guerra di liberazione bengalese | ||
Esito | vittoria indiana stipula dell'accordo di Simla | ||
Modifiche territoriali | indipendenza del Bangladesh dal Pakistan | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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La guerra indo-pakistana del 1971 o terza guerra indo-pakistana venne combattuta tra il 3[N 1] e il 17 dicembre 1971, e vide fronteggiarsi da un lato le forze del Pakistan e dall'altro quelle dell'India, intervenute a sostegno dei guerriglieri indipendentisti bengalesi del Mukti Bahini. Per numero di soldati coinvolti e numero di vittime, il conflitto del 1971 fu il maggiore della serie di guerre combattute tra India e Pakistan dal momento della loro indipendenza.
Le cause del conflitto risalgono allo scoppio, nel marzo 1971, della violenta guerra di liberazione bengalese: da sempre un'area discriminata e trascurata dal governo centrale pakistano, la regione del Pakistan orientale (l'odierno Bangladesh) vide nascere un forte movimento nazionalista e autonomista incarnato dalla cosiddetta "Lega Awami", la cui repressione da parte delle forze militari pakistane innescò la spirale di un sanguinoso conflitto civile. Il governo indiano del primo ministro Indira Gandhi decise quindi di intervenire nel conflitto sia per far cessare l'esodo dei profughi bengalesi, che destabilizzava le regioni orientali dell'India, sia per vibrare un duro colpo agli eterni nemici pakistani sfruttando la situazione. Inizialmente gli indiani si limitarono a fornire armi e basi sicure ai guerriglieri bengalesi del Mukti Bahini, ma in seguito iniziarono ad ammassare truppe ai confini in vista di un intervento diretto nella regione; i preparativi militari indiani non sfuggirono all'attenzione dell'alto comando pakistano, che decise di sferrare un attacco preventivo facendo precipitare la situazione verso un conflitto a tutto campo.
Benché durata in definitiva solo due settimane, la guerra vide un'intensa attività bellica da parte dei due contendenti. Sul fronte occidentale, lungo quello che è l'attuale confine tra India e Pakistan, le due parti si affrontarono in una serie di scontri su una gran varietà di teatri, dalle montagne del Kashmir alle paludi del Rann di Kutch passando per le foreste del Punjab e i deserti del Rajasthan, con alterne vicende e senza che uno dei contendenti riuscisse a imporsi sull'altro; a est, invece, la schiacciante superiorità numerica delle forze indo-bengalesi segnò il destino della guarnigione pakistana del Pakistan orientale, attaccata da tutti i lati e infine travolta. La presa di Dacca il 16 dicembre e la resa delle forze pakistane a est segnarono la fine del conflitto, ufficialmente terminato il 17 dicembre con la stipula di un cessate il fuoco.
La composizione del conflitto richiese diversi mesi di negoziati, conclusi infine dalla firma dell'accordo di Simla il 2 luglio 1972; il Bangladesh ottenne una piena indipendenza come Stato sovrano, mentre il conteso confine indo-pakistano nella regione del Kashmir venne fissato lungo la cosiddetta "Linea di controllo" rispettata ancora oggi.
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