Guerre bagaudiche | |||
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Data | 280 - 460 | ||
Luogo | Gallia, Spagna | ||
Esito | Vittoria romana | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
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Le guerre bagaudiche furono un insieme di campagne militari e rivolte che videro contrapposti l'Impero romano (dal 395 la sua parte occidentale) e bande di ribelli che esercitavano continue azioni di guerriglia e di brigantaggio allo scopo di ottenere l'indipendenza dalla declinante autorità del governo centrale, reso estremamente impopolare dalla pesante tassazione.
Tali bande risultavano principalmente composte dalla popolazione della Gallia o dell'Hispania cui però sovente si univano schiavi, gladiatori e, non di rado, specialmente nel V secolo, popolazioni barbariche come gli Unni o i Vandali.
In origine, i primi capi dei Bagaudi come Amando ed Eliano attuarono una strategia di guerriglia e azioni brigantesche privilegiando il saccheggio di grandi ville, il rapimento dei patrizi a scopo di ottenere un riscatto e imboscate ai danni di piccoli contingenti romani.
Ben presto, però, lo scontro aumentò di intensità e, nel V secolo, si accesero rivolte indipendentiste in cui le popolazioni locali giunsero a chiamare in proprio aiuto popolazioni barbariche allo scopo di cacciare i Romani.
Tra queste rivolte si ricordano quelle di Timastione ed Eudossio in Gallia, che giunsero a chiedere il supporto di Attila; un simile comportamento fu tenuto dai Bagaudi ispanici che giunsero nel 449 ad allearsi con i Suebi di Rechiaro e in Africa con fuorilegge (a cui si aggiunsero i nativi Mauri e gli eretici donatisti) che appoggiarono la conquista dell'intero Nord Africa occidentale dei Vandali di Genserico.