GULag | |
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Logo del sistema GULag, registrato nel 1939 | |
Fondazione | 1930 |
Scioglimento | 1960 |
Scopo | Campi di lavoro correttivi |
Il Gulag (pronuncia: /ɡuˈlaɡ/; in russo ГУЛаг - Главное управление исправительно-трудовых лагерей?, Glavnoe upravlenie ispravitel'no-trudovych lagerej ,"Direzione principale dei campi di lavoro correttivi"[1][2]) è stato il ramo della polizia politica dell'URSS che istituì il sistema penale dei campi di lavoro forzato, sostituendo il precedente sistema carcerario zarista. Benché questi campi fossero stati pensati per la generalità dei criminali, il sistema è noto soprattutto come mezzo di repressione degli oppositori politici dell'Unione Sovietica.
Complessivamente circa 18 milioni di persone, non solo sovietici, sono passati dai campi.[3] Il numero massimo di prigionieri fu raggiunto nel 1950 con circa 2,5 milioni di reclusi. Il tasso di mortalità nel Gulag prima della seconda guerra mondiale oscillava tra il 2,1% e il 5,4%, picco massimo registrato nel 1933.[4] Durante la seconda guerra mondiale, nel contesto delle scarse condizioni di vita dei prigionieri, si raggiunse un tasso del 24,9%. Nei primi anni '50 il tasso calò intorno allo 0,9% fino a raggiungere lo 0,4% nel 1956.[5]
Fino alla dissoluzione dell'Unione Sovietica non vi erano dati certi sui decessi dei reclusi e diversi media occidentali ipotizzarono diversi milioni di morti,[6][7] alcuni anche in maniera funzionale alla propaganda anticomunista. Secondo i documenti degli archivi sovietici, dove erano stati catalogati gli internati e i decessi, fra il 1930 ed il 1956 si sarebbe registrato un totale di 1.606.748 morti,[5] dei quali 932.268 (il 58% del totale) nel periodo 1941-1945, su circa 18 milioni di persone che, secondo gli storici più accreditati, sono passate nei campi del gulag.[8][9]
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