Hishām ibn al-Kalbī, ovvero Abū l-Mundhir Hishām b. Muḥammad b. al-Sāʾib al-Kalbī (arabo ﻫﺸﺎﻡ ﺑﻦ ﺍﻟﻜﻠﺒﻲ; Kufa, 737 – 819 o 821), è stato uno storico e un tradizionista arabo.
Il kufano al-Kalbī, della tribù dei Banū Kalb, trascorse buona parte della sua vita a Baghdad. Al pari di suo padre Muḥammad b. al-Sāʾib al-Kalbī,[1] della cui autorevolezza egli molto si avvalse per i suoi lavori, raccolse informazioni di carattere storico (khabar) e tradizionistico (ḥadīth), specializzandosi - non senza qualche volo di fantasia per compiacere qualche potente suo contemporaneo[2] - nelle genealogie (anṣāb) e nella storia araba dell'epoca preislamica.
Secondo Yaqut[3], che integrò il Fihrist di Ibn al-Nadīm, scrisse 150 opere. Ahmad Zaki fissa il totale a 141. Tra i suoi allievi, diretti o indiretti, si possono ricordare Muḥammad ibn Ḥabīb, Ibn Durayd, Ṭabarī e Abū l-Faraj al-Iṣfahānī. Di esse sopravvivono il Kitāb al-aṣnām (Il libro degli idoli), fondamentale per la conoscenza della religiosità pagana politeistica preislamica araba e un suo libro sulle genealogie (Jamharat al-nasab, "L'insieme genealogico") che assai spesso viene citato sul Kitāb al-Aghānī (Il libro dei canti) di Abū l-Faraj al-Iṣfahānī.