I fiori del male

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I fiori del male
Titolo originaleLes Fleurs du Mal
La prima edizione de I fiori del male con le note dell'autore
AutoreCharles Baudelaire
1ª ed. originale1857
1ª ed. italiana1893
Generepoesia
Lingua originalefrancese

I fiori del male (Les Fleurs du Mal)[1] è una raccolta di liriche di Charles Baudelaire. La prima edizione fu pubblicata il 25 giugno 1857, presso l'Editore Auguste Poulet-Malassis, in una tiratura di 1300 esemplari. Il testo comprendeva cento poesie divise in sei sezioni: Spleen et Ideal, Tableaux parisiens, Fleurs du Mal, Révolte, Le Vin e La Mort.

Il titolo dell'opera, "I fiori del male", è fortemente emblematico, e gli sarebbe stato suggerito dall'amico Hippolyte Babou nel 1854.[2] Dal titolo è possibile comprendere l'orientamento dello stile poetico dell'autore, nonché la tendenza che lo spinse a comporre l'intera opera, ovvero il fare poesia su argomenti cupi, scabrosi, talvolta immorali. Non a caso, la traduzione letterale del titolo (Les Fleurs du Mal) dalla lingua francese in quella italiana è "I fiori dal male", vista la volontà dell'autore di avvalersi della poesia per "estrarre la bellezza dal male" ("extraire la beauté du Mal"). Il titolo fu giudicato dai suoi contemporanei e dalla critica come provocatorio e dirompente, tuttavia perfettamente in linea con l'animo misterioso dell'autore.

Già il 7 luglio, la direzione della Sicurezza pubblica denunciò l'opera per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa. Baudelaire e gli editori vennero condannati a pagare una multa e alla soppressione di sei liriche incriminate come immorali. La forma poetica e i temi trattati fecero scandalo: risaliva al 1845 l'annuncio della pubblicazione di 26 poesie in un volume intitolato Les Lesbiennes (Le lesbiche), scelta poi abbandonata.

Nel 1861 uscì in 1500 esemplari la seconda edizione dei Fleurs du Mal, dove Baudelaire rimosse le sei liriche accusate, aggiungendone 35 nuove, con una diversa divisione in 6 sezioni: Spleen et Ideal, Tableaux parisiens, Le Vin, Les Fleurs du Mal, Révolte, e La Mort.

I fiori del male viene considerata una delle opere poetiche più influenti, celebri e innovative non solo dell'Ottocento francese ma di tutti i tempi. Il lirismo aulico, le atmosfere surreali di un modernismo ancora reduce della poetica romantica, lo sfondo vagamente sinistro, tradusse Baudelaire nello stereotipo del "poeta maledetto": chiuso in se stesso, a venerare i piaceri della carne e tradurre la propria visione del mondo in una comprensione d'infinita sofferenza e bassezza. L'intenso misticismo del linguaggio e un rigore formale freddo si trovano ad affrontare temi metafisici, teologici ed esotici. Il poeta e critico letterario scapigliato italiano Emilio Praga definì I fiori del male «un'imprecazione, cesellata nel diamante».[3]

  1. ^ Baudelaire ha sempre riportato il titolo della sua opera maggiore indicando il Male con la maiuscola (come, per esempio nelle annotazioni sul frontespizio della prima edizione). Frontespizio dei Fiori del male della prima edizione, su radiofrance.fr. URL consultato il 9 giugno 2023.
  2. ^ Giovanni Macchia lo definisce "un'unione di un astratto e di un concreto, un'esigenza morale che si libera in immagine". Charles Baudelaire, I fiori del male, BUR Rizzoli, 1991, p. 261, ISBN 88-17-15132-7.
  3. ^ Emilio Praga, Memorie del Presbiterio, Torino, Millennium, 2003, ISBN 978-88-9011-983-5.

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