La locuzione latina ignorantia legis non excusat (o ignorantia iuris non excusat est) è molto nota per il suo uso in ambito legale, come espressione sintetica della massima giuridica riguardo alla presunzione di conoscenza della legge. Il suo significato è: «L'ignoranza della legge non discolpa». La locuzione si trova anche nella forma «Ignorantia iuris neminem excusat» ovvero «Ignorantia legis neminem excusat», cioè «L'ignoranza della legge non discolpa nessuno»[1].
- ^ Solitamente l'espressione si rende in italiano con «La legge non ammette ignoranza» (in latino: Lex ignorantiam negat): traduzione che però lascia spazio ad ambiguità, potendo intendersi sia come "inammissibilità dell'ignoranza della legge", sia come "inammissibilità dell'ignoranza", sia come "la legge non ammette l'ignoranza degli avvenimenti inerenti a una sua violazione". Nella prima accezione, il brocardo richiamerebbe la necessità di conoscere la legge, invece della "non discolpa". Nel secondo caso addirittura richiamerebbe alla necessità della conoscenza in senso lato (e non meramente riferita alla legge stessa). Nell'ultima accezione, invece, il brocardo fuoriesce dalla cognizione del diritto ed entra nella cognizione del fatto, per la quale (principio della colpevolezza) gli ordinamenti moderni prevedono che non essere a conoscenza di fatti rilevanti possa essere, in alcuni casi, una valida giustificazione difensiva.