Il sentiero della gloria

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Il sentiero della gloria
Ward Bond (di spalle) ed Errol Flynn in una scena del film
Titolo originale	Gentleman Jim
Lingua originale	inglese
Paese di produzione	Stati Uniti d'America
Anno	1942
Durata	104 min
Dati tecnici	B/N rapporto: 1,37:1
Genere	biografico, sportivo
Regia	Raoul Walsh
Soggetto	basato sulla vita di James J. Corbett
Sceneggiatura	Vincent Lawrence e Horace McCoy
Produttore	Robert Buckner
Casa di produzione	Warner Bros. Pictures
Fotografia	Sidney Hickox
Montaggio	Jack Killifer
Musiche	Heinz Roemheld
Scenografia	Ted Smith Clarence Steensen (arredatore)
Costumi	Milo Anderson
Trucco	Perc Westmore
Interpreti e personaggi
Errol Flynn: James J. Corbett Alexis Smith: Victoria Ware Jack Carson: Walter Lowrie Alan Hale: Pat Corbett John Loder: Carlton De Witt William Frawley: Billy Delaney Minor Watson: Buck Ware Ward Bond: John L. Sullivan Madeleine Lebeau (con il nome Madeleine LeBeau): Anna Held Rhys Williams: Harry Watson Arthur Shields: padre Burke Dorothy Vaughan: Ma Corbett Monte Blue: giocatore (non accreditato) Creighton Hale: spettatore (non accreditato) Carl Harbaugh: Smith (non accreditato) Mike Mazurki: Jake Kilrain (non accreditato) Leo White: caposala (non accreditato)

Il sentiero della gloria (Gentleman Jim) è un film del 1942 diretto da Raoul Walsh.

La sceneggiatura di Vincent Lawrence e Horace McCoy si basa sulla biografia (romanzata) di James J. Corbett, campione del mondo dei pesi massimi dal 1892 al 1897, riconosciuto dall'International Boxing Hall of Fame come uno dei più grandi pugili di tutti i tempi.

Il film viene citato nel celebre brano Hurricane di Bob Dylan, quando il celebre cantante immagina il dialogo tra la polizia e Bradley, uno dei criminali testimoni al processo di Rubin Carter: la polizia vuole a tutti i costi imputare Carter del triplice omicidio, spiegando a Bradley che il pugile, in quanto afroamericano, non è paragonabile a Gentleman Jim.

”We want to put his ass in stir, we want to pin this triple murder on him: he ain't no Gentleman Jim" (Bob Dylan)