Le inchieste sulla rivoluzione romena del 1989 furono una serie di indagini condotte a partire dai primi anni novanta per far luce sugli eventi avvenuti in tutto il paese nel dicembre 1989, che portarono alla caduta del regime condotto da Nicolae Ceaușescu e alla nascita di un nuovo organo di potere provvisorio, il Consiglio del Fronte di Salvezza Nazionale.
In tali circostanze secondo i dati dell'Istituto della rivoluzione romena del dicembre 1989 (Institutul revoluției române din decembrie 1989, IRRD) tra il 17 e il 22 dicembre morirono non meno di 306 persone (245 civili e 61 militari). Nella fase successiva avvenuta tra il 23 e il 25 dicembre, cioè dopo la fuga e l'arresto dei Ceaușescu, vi furono 743 vittime (489 civili e 254 militari). Dopo la condanna a morte del dittatore, infine, tra il 26 e il 31 dicembre persero la vita 85 persone (57 civili e 28 militari)[1].
In una fase iniziale, nei primi anni novanta, giunsero a processo importanti funzionari del comitato esecutivo del Partito Comunista Rumeno e militari di alto rango del precedente regime socialista, considerati colpevoli della repressione armata delle proteste nel periodo fino al 22 dicembre 1989. Negli anni la maggior parte degli imputati fu rilasciata per derubricazione dei reati, riduzione delle pene o motivi di salute, mentre le indagini successive procedettero a rilento[1][2][3][4]. Solamente nel 1999 si arrivò alla condanna in primo grado a quindici anni di reclusione dei generali Victor Atanasie Stănculescu e Mihai Chițac, incriminati per i fatti di Timișoara del 17 dicembre 1989.
Il principale filone, il cosiddetto Dosarul revoluției[4], vedeva come imputati politici di primo piano quali l'ex presidente della Romania Ion Iliescu. L'inchiesta fu ripetutamente archiviata, senza giungere ad una soluzione definitiva. A partire dal 2011 una serie di sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo obbligò la Romania al risarcimento di numerosi ricorrenti per violazione del diritto alla vita, per non essere riuscita ad identificare i colpevoli[5][6]. Nel dicembre 2018 la procura generale rinviò a giudizio per crimini contro l'umanità Ion Iliescu e altri tre imputati[7][8]. Il processo presso l'Alta corte di cassazione e giustizia ebbe inizio nel 2019, ma nel 2021 il fascicolo fu restituito per riesame alla procura militare[3].
Il Dosarul revoluției fu una delle inchieste, al fianco del Dosarul mineriadei sulla mineriada del giugno 1990, che più segnarono la storia della Romania dopo il 1989[9].
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore miclescu