L'Induismo è la quarta religione della Malaysia. Circa 1.780.000 cittadine malesi (corrispondente al 6,3% della popolazione totale) sono indù, secondo le stime del censimento svoltosi nel 2010[1].
La maggior parte degli indù malesi sono stabilmente presenti nella parte occidentale della penisola malese. Lo stato malese con la più alta percentuale di abitanti induisti è Negeri Sembilan (13,4%), seguito da Selangor (11,6%), Perak (10,9%) e il territorio federale di Kuala Lumpur (8,5%)[2]; mentre lo stato con la minima percentuale di popolazione indù è Sabah (0,1%).
Gli indiani, assieme ad altri gruppi etnici come i cinesi, iniziarono ad arrivare in Malesia in epoca antica e nedioevale; nel 2010 vi erano 1,91 milioni di cittadini di origine etnica indiana[3]. Circa 1,64 milioni di indiani malesi (86%) sono indù, con 140.000 malesi non indiani che professano anch'essi l'induismo[4].
La Malesia ottenne l'indipendenza dall'impero britannico coloniale nel 1957, da allora in poi ha dichiarato come ufficiale religione di stato l'Islam, adottando però una costituzione che preserva le minoranze religiose: da un lato protegge la libertà di religione, ma in altre parti invece limita la libera espressione delle proprie confessioni[5][6][7]di fede.
In questi ultimi decenni sono stati riportati casi crescenti di discriminazione, quando non di vera e propria persecuzione, nei confronti degli indù (assieme ad altre minoranze), da parte di vari governi malesi a maggioranza musulmana che mettono in pratica la Sharia[5][8]. Un gran numero di mandir (tempio indiano) costruiti all'interno di proprietà private, fatti costruiti molto prima dell'indipendenza della Malesia, sono stati demoliti per ordine di funzionari governativi in questi ultimi anni[9].