Inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Gli inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina, noti anche con l'acronimo SNRI (dall'inglese serotonin-norepinephrine reuptake inhibitor), sono una classe di farmaci antidepressivi utilizzati per il trattamento del disturbo depressivo maggiore, i disturbi d'ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), la fobia sociale, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), ma anche altri disturbi non prettamente psichiatrici come il dolore neuropatico cronico, la sindrome fibromialgica ed alcuni sintomi della menopausa.[1]

Si ritiene siano in grado di modificare la concentrazione nel cervello di alcuni neurotrasmettitori responsabili della regolazione del tono dell'umore e in particolare di aumentare la concentrazione della serotonina e della norepinefrina bloccando il principale processo biologico di eliminazione di queste dal vallo sinaptico (reuptake), agendo in tal senso in maniera simile agli antidepressivi triciclici. La doppia inibizione della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina sembra offrire dei vantaggi terapeutici rispetto ad altri farmaci antidepressivi, come gli SSRI. Possono essere particolarmente utili in caso di dolore cronico o neuropatico concomitante.[2]

Gli SNRI, insieme agli SSRI, sono considerati antidepressivi tipici di seconda generazione. Negli ultimi due decenni, gli antidepressivi di seconda generazione hanno sostituito gli antidepressivi di prima generazione, come gli antidepressivi triciclici (TCA) e gli inibitori delle monoamino-ossidasi (IMAO), come farmaci di scelta per il trattamento di diversi disturbi psichiatrici, grazie alla loro migliore tollerabilità e profilo di sicurezza.[3]

  1. ^ (EN) Megan E. Wright e Denise Rizzolo, An update on the pharmacologic management and treatment of neuropathic pain, in JAAPA, vol. 30, n. 3, 2017-03, pp. 13, DOI:10.1097/01.JAA.0000512228.23432.f7. URL consultato il 12 aprile 2023.
  2. ^ (EN) John R. Cashman e Senait Ghirmai, Inhibition of serotonin and norepinephrine reuptake and inhibition of phosphodiesterase by multi-target inhibitors as potential agents for depression, in Bioorganic & Medicinal Chemistry, vol. 17, n. 19, 1º ottobre 2009, pp. 6890–6897, DOI:10.1016/j.bmc.2009.08.025. URL consultato il 12 aprile 2023.
  3. ^ (EN) Edoardo Spina, Vincenza Santoro e Concetta D'Arrigo, Clinically relevant pharmacokinetic drug interactions with second-generation antidepressants: An update, in Clinical Therapeutics, vol. 30, n. 7, 1º luglio 2008, pp. 1206–1227, DOI:10.1016/S0149-2918(08)80047-1. URL consultato il 12 aprile 2023.

From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by Nelliwinne