Intubazione | |
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Procedura interventistica Esecuzione di una intubazione su un paziente, in laringoscopia tramite videolaringoscopio. | |
Tipo | Anestesiologia e medicina d'urgenza |
ICD-9-CM | 96.04 |
MeSH | D007442 |
MedlinePlus | 003449 |
In medicina, l’intubazione tracheale (o anche endotracheale) consiste nell'inserimento di un tubo di plastica flessibile nella trachea, attraverso le corde vocali, per permettere la respirazione e proteggendo le vie aeree da inalazioni di materiale gastrico; talvolta il tubo può essere utilizzato anche come condotto attraverso il quale somministrare determinati farmaci. Quando non è più necessaria l'assistenza ventilatoria o la protezione delle vie aeree, il tubo tracheale viene rimosso; questa procedura è conosciuta come estubazione.
L'intubazione viene spesso eseguita in pazienti gravemente feriti, malati o sottoposti ad anestesia generale per facilitare la ventilazione dei polmoni (inclusa la ventilazione meccanica) e per prevenire la possibilità di asfissia o ostruzione delle vie aeree.
La via più utilizzata è quella orotracheale, cioè attraverso la bocca, ma può anche essere eseguita una procedura rinotracheale, in cui il tubo endotracheale viene fatto passare attraverso il naso e poi in trachea.
L'intubazione viene normalmente eseguita con l'ausilio di un laringoscopio convenzionale o un videolaringoscopio o con un broncoscopio, strumenti in grado di visualizzare le corde vocali e quindi assicurarsi che il tubo passi tra loro invece di andare nell'esofago. Altri metodi di ventilazione, diversi dall'intubazione, includono la cricotirotomia, utilizzata quasi esclusivamente in circostanze di emergenza, e la tracheotomia, vera e propria procedura chirurgica utilizzata principalmente in situazioni in cui si prevede una necessità prolungata di supporto delle vie aeree. Per secoli la tracheotomia è stata considerata l'unico metodo affidabile per l'intubazione della trachea; tuttavia, poiché solo una minoranza di pazienti sopravviveva all'operazione, i medici la eseguivano solo come ultima risorsa, su pazienti oramai gravissimi.
Poiché si tratta di una procedura medica invasiva e dolorosa, l'intubazione viene solitamente eseguita dopo aver indotto l'anestesia generale nel paziente. Può, tuttavia, essere eseguita nel paziente sveglio, con anestesia loco-regionale o topica o, in caso di emergenza, senza alcuna anestesia.
Dopo che la trachea è stata intubata, viene solitamente gonfiata una cuffia a palloncino posta appena sopra l'estremità distale del tubo, per fissarlo e prevenire la fuoriuscita di gas respiratori e per proteggere l'albero tracheobronchiale dall'inalazione di materiale indesiderato come gli acidi digestivi. Il tubo viene quindi collegato a un dispositivo di ventilazione (ventilatore meccanico, pallone autoespandibile,...).