Italia | |
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Descrizione | |
Tipo | Trasporto passeggeri |
Equipaggio | 16 |
Progettista | Umberto Nobile |
Cantieri | Stabilimento Costruzioni Aeronautiche - Roma |
Data ordine | 1925 |
Data del varo | 1927 |
Data primo volo | 19 marzo 1928 |
Utilizzatore principale | Reale Società Geografica Italiana |
Proprietario | Regia Aeronautica Militare |
Voli | 7 |
Destino finale | distrutto per un incidente il 25 maggio 1928 |
Dimensioni e pesi | |
Struttura | dirigibile semirigido |
Lunghezza | 105 m |
Diametro | 19,4 m |
Volume | 18500 m³ |
Gas | idrogeno |
Altezza | 23,5 m |
Peso a vuoto | 10500 kg |
Passeggeri | 2 giornalisti e 3 scienziati |
Propulsione | |
Motore | 3 motori Maybach da 250 cavalli vapore (180 kW) ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 117 km/h |
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L'Italia fu un dirigibile militare italiano, del tipo semirigido[1], costruito allo Stabilimento Costruzioni Aeronautiche di Roma con la denominazione N-4[2] e completato nell'ottobre del 1927[3] su progetto dell'ingegnere e Generale del Genio della Regia Aeronautica Umberto Nobile.
Con convenzione del 6 dicembre 1927, il Ministero dell'Aeronautica mise a disposizione della Reale Società Geografica Italiana l'aeronave[4], nell'ambito di una spedizione scientifica al Polo Nord ideata, promossa e comandata dallo stesso Nobile[5]. Il dirigibile fu quindi battezzato con il nome Italia, riprendendo il nome dell'Aeronave Italia, il primo dirigibile italiano progettato da Almerico da Schio di circa 1000 metri cubi di idrogeno, circa 20 volte delle aereonavi guidate da Nobile nel 1926 e nel 1928, cioè il "Norge e l' "Italia". Il dirigibile lasciò l'hangar di Ciampino il 19 marzo 1928 per partire poi il 15 aprile dall'hangar di Baggio. Il successivo 25 maggio, dopo aver raggiunto il Polo, l'Italia precipitò sul pack, perdendo sui ghiacci polari parte della navicella di comando con 10 uomini dell'equipaggio, mentre altri 6 rimasero intrappolati all'interno dell'involucro che andò disperso con il suo carico umano[6]. Dei sei uomini e del dirigibile non si seppe più nulla. La tragedia dell'Italia pose fine all'impiego operativo dei dirigibili militari italiani[7].