«The optimist proclaims that we live in the best of all possible worlds; and the pessimist fears this is true.»
«L'ottimista afferma che viviamo nel migliore dei mondi possibili, il pessimista teme che sia vero.»
James Branch Cabell (Richmond, 14 aprile 1879 – Richmond, 5 maggio 1958) è stato uno scrittore statunitense.
Cresciuto tra le memorie eroiche del vecchio Sud, sfuggì al provincialismo della società virginiana del suo tempo viaggiando a lungo in Europa. In un mitico medioevo europeo, in un territorio al confine tra la fantasia e la realtà storica, ambientò i diciotto raffinati romanzi che compongono la saga di Dom Manuel e dei suoi discendenti. Particolare fortuna, tra essi, ebbero Jurgen (1919) e Lo stallone d'argento (The silver stallion, 1926).
Cabell era tenuto in gran considerazione dai suoi contemporanei, tra cui H. L. Mencken, Edmund Wilson e Sinclair Lewis. Le sue opere si adattano bene nella cultura degli anni venti, periodo in cui sono state molto popolari. L'interesse per Cabell diminuì negli anni trenta:, questo calo è stato attribuito in parte alla sua incapacità di staccarsi e uscire dal suo mondo di fantasia. Alfred Kazin disse: "Cabell e Hitler non abitano lo stesso universo".[1] Pur essendo opere di evasione, gli scritti di Cabell sono ironici e satirici. Egli vedeva l'arte come una via di fuga dalla vita, ma una volta che l'artista ha creato il suo mondo ideale si accorge che è composto dagli stessi elementi di quello reale.[1]