Jind Kaur

Jind Kaur
Maharani Jind Kaur a 45 anni
(Ritratto di George Richmond)
Maharani dell'impero Sikh
In carica1838 –
1839
Reggente dell'impero Sikh
In carica1843 –
1846
NascitaChichrianwali, Gujranwala, impero Sikh[1] (odierno Punjab, Pakistan), 1817 circa
MorteKensington, Middlesex, Regno Unito, 1º agosto 1863
Casa realeSukerchakia (per matrimonio)
PadreManna Singh Aulakh
Consorte diRanjit Singh[2]
FigliDuleep Singh
ReligioneSikhismo

La maharani Jind Kaur (Gujranwala, 1817 circa – Kensington, 1º agosto 1863) fu la moglie più giovane del primo maharaja dell'impero Sikh, Ranjit Singh, e la madre dell'ultimo maharaja, Duleep Singh, in nome del quale fu reggente dell'Impero Sikh dal 1843 al 1846.

Era rinomata per la sua bellezza, energia e forza d'animo ed era popolarmente conosciuta come Rani Jindan. La sua fama deriva soprattutto dalla paura che incuteva ai britannici, che la descrissero come "la Messalina del Punjab"[3].

Dopo l'assassinio dei primi tre successori di Ranjit Singh, Duleep Singh salì al trono nel settembre 1843 all'età di 5 anni e Jind Kaur divenne reggente per conto del figlio. Dopo la sconfitta dei sikh nella prima guerra anglo-sikh, Jind Kaur fu sostituita nel dicembre 1846 da un consiglio di reggenza, sotto il controllo di un residente britannico. Tuttavia, il suo potere e la sua influenza continuarono e, per contrastarli, i britannici la imprigionarono ed esiliarono. Passarono più di tredici anni prima che le fosse permesso di rivedere suo figlio, che era stato portato in Inghilterra[4].

Nel gennaio 1861 Duleep Singh poté incontrare la madre a Calcutta e portarla con sé in Inghilterra, dove rimase fino alla morte, avvenuta a Kensington il 1º agosto 1863, all'età di 46 anni. Fu temporaneamente sepolta nel cimitero di Kensal Green e cremata l'anno successivo a Nashik, vicino a Mumbai. Le sue ceneri furono infine portate dalla nipote, la principessa Bamba Duleep Singh, nel samadh (monumento commemorativo) del marito, a Lahore[5].

  1. ^ Ahluwalia, 2001, p. 13.
  2. ^ Atwal, 2020.
  3. ^ The Guardian.
  4. ^ Campbell, 2010, capitolo 5.
  5. ^ Anglo-Sikh Heritage Trail.

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