John Stuart Mill (Londra, 20 maggio 1806 – Avignone, 8 maggio 1873) è stato un filosofo ed economista britannico, uno dei massimi esponenti del liberalismo e dell'utilitarismo e membro del Partito Liberale.
Considerato uno dei pensatori più influenti nella storia del liberalismo classico, Mill contribuì ampiamente allo sviluppo della teoria sociale, della teoria politica e dell'economia politica. Definito "il filosofo di lingua inglese più influente del diciannovesimo secolo",[1] concepiva la libertà come una giustificazione dell'autonomia dell'individuo in opposizione allo stato dal potere illimitato e al controllo sociale.[2]
Mill fu un sostenitore dell'utilitarismo, una teoria etica sviluppata dal suo predecessore Jeremy Bentham. Contribuì allo studio della metodologia scientifica, sebbene la sua conoscenza dell'argomento fosse basata sugli scritti di altri, in particolare su quelli di William Whewell, John Herschel e Auguste Comte e sulla ricerca condotta per lui da Alexander Bain. Intraprese un dibattito scritto con Whewell.[3]
Membro del Partito Liberale e autore del primo lavoro femminista scritto da un uomo, The Subjection of Women, Mill fu anche il secondo appartenente al Parlamento del Regno Unito a chiedere il suffragio femminile dopo Henry Hunt nel 1832.[4][5]