Juan de Prado y Malleza

Juan de Prado Malleza y Portocarrero

Governatore e Capitano Generale dell'isola di Cuba (Regno di Spagna)
Durata mandato7 febbraio 1761 –
13 agosto 1762
PredecessorePedro Alonso
SuccessoreFernando Alberto José de Cagigal y Solís
Juan de Prado y Malleza
NascitaLeón, 1716
MorteVitigudino, 1770
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Regno di Spagna
ArmaFanteria
GradoMaresciallo di campo
GuerreGuerra di successione polacca
Guerra di successione austriaca
Guerra dei sette anni
CampagneConquista borbonica delle Due Sicilie
BattaglieBattaglia dell'Avana (1762)
Decorazionivedi qui
dati tratti da Juan de Prado Malleza y Portocarrero[1]
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Juan de Prado Malleza y Portocarrero (León, 1716Vitigudino, 1770) è stato un generale e politico spagnolo, che si distinse particolarmente durante la presa di Orano nel 1732, e poi nel corso della guerra di successione polacca e in quella di successione austriaca. Durante quest'ultima partecipò alla battaglia di Camposanto (febbraio 1743), dove rimase ferito gravemente da un colpo di fucile, e come ricompensa il re Filippo V gli concesse la encomienda di Villarrubia de los Ojos, la Croce di Cavaliere dell'Ordine di Calatrava, e la promozione a tenente colonnello. Nel 1757 fu promosso brigadiere e nominato vice ispettore delle forze di fanteria dei regni di Aragona, Valencia e Murcia. Sotto l'influenza di suo fratello Fernando de Prado, Marchese di Villel, il 13 maggio 1760 Re Carlo III lo nominò Governatore e Capitano Generale dell'isola di Cuba, in sostituzione di Francisco Cajigal de la Vega, e lo promosse maresciallo di campo. Poco tempo dopo il Regno di Spagna entrò nella guerra dei sette anni, e nel giugno 1762 una enorme flotta inglese, al comando dell'ammiraglio George Pocock, pose l'assedio alla capitale l'Avana, sbarcando una forza d'invasione al comando del George Keppel, conte di Albemarle. La città capitolò il 13 agosto, ed egli fu preso prigioniero dagli inglesi, che successivamente lo trasportarono a Cadice, in Spagna. Qui arrivato fu subito sottoposto a un consiglio di guerra, che dopo due anni di udienze lo condannò a morte, pena successivamente tramutata nella perdita perpetua del grado militare, all'esilio per dieci anni ad almeno 40 leghe della Corte, e alla confisca di tutti i suoi beni a titolo di risarcimento per l'erario per le mancate entrate subite con la perdita della città de l'Avana. Trasferitosi a Vitigudino, visse lì in gravi ristrettezze finanziarie fino alla data della sua morte.


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