Il Kabuki (歌舞伎?) è un tipo di rappresentazione teatrale sorta in Giappone all'inizio del XVII secolo; è una forma classica di teatro giapponese, che mescola performance drammatiche con la danza tradizionale. È la più rappresentativa delle forme teatrali giapponesi premoderne, sorta come arte popolare che concentra in sé il dramma, la musica e la danza, circa 400 anni fa insieme al bunraku (arte dei burattini).[1] Il teatro Kabuki è noto per le sue esibizioni fortemente stilizzate, i suoi costumi glamour e altamente decorati e per l'elaborato trucco kumadori indossato da alcuni dei suoi artisti. Si pensa che il Kabuki abbia avuto origine nel primo periodo Edo, quando la fondatrice di questa forma d'arte, Izumo no Okuni, formò una compagnia di danza femminile che eseguiva danze e schizzi leggeri a Kyoto. La forma d'arte in seguito si sviluppò nella sua attuale forma teatrale tutta maschile dopo che alle donne fu vietato di esibirsi nel teatro kabuki nel 1629. Il kabuki si sviluppò durante la fine del XVII secolo e raggiunse il suo apice a metà del XVIII secolo. Nel 2005, il teatro kabuki è stato proclamato dall'UNESCO patrimonio immateriale di eccezionale valore universale. Nel 2008 è stato iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
Durante il periodo Edo, si sviluppò lontano dalla protezione dei nobili e ancora adesso richiama grande pubblico.[1]
Si dice che abbia avuto origine dalla danza eseguita a Kyoto verso il 1603 dalla sacerdotessa Okuni del tempio shintoista Izumo. All'inizio era una danza in cui le donne recitavano i ruoli principali.[1]
Nel periodo successivo il governo proibì la partecipazione delle donne per motivi morali e le parti femminili furono affidate a giovani di bell'aspetto. In seguito anche tale forma venne proibita (1653) ed il kabuki assunse la forma attuale in cui le parti femminili sono affidate a uomini (onnagata). L'interpretazione venne sempre più stilizzata, la tecnica teatrale, i vestiti, il trucco ed i movimenti enfatizzati.[1]