Ladislao II Jagellone

Ladislao II Jagellone
Ritratto del Granduca di Lituania Jogaila (Michał Godlewski, 1863)
Granduca di Lituania
come Jogaila o Ladislao Jagellone
Stemma
Stemma
In caricamaggio 1377 - agosto 1381
agosto 1382 - 1 giugno 1434 (rappresentato dal fratello Skirgaila dal 1386 al 1392 e poi dal cugino Vitoldo fino al 1401, e poi in co-regno con lui fino al 1430)
PredecessoreAlgirdas (I)
Kęstutis (II)
SuccessoreKęstutis (I)
Švitrigaila (II)
Re di Polonia
In carica4 marzo 1386 –
1 giugno 1434
Incoronazione4 marzo 1386
PredecessoreEdvige
SuccessoreLadislao III Jagellone
NascitaVilnius, 1352/1362
MorteHorodok, 1º giugno 1434
Luogo di sepolturaCattedrale del Wawel
DinastiaJagelloni (branca dei Gediminidi)
PadreAlgirdas
MadreUliana di Tver'
ConiugiEdvige
Anna di Cilli
Elisabetta di Pilica
Sofia Alšėniškė
FigliElisabetta Bonifacia
Edvige
Ladislao III
Casimiro[nota 1]
Casimiro IV
Religionepaganesimo, cattolicesimo

Ladislao II Jagellone (in polacco Władysław II Jagiełło; Vilnius, 1352 o 1362Horodok, 1º giugno 1434) è stato un sovrano lituano, granduca di Lituania (1377-1434) e più tardi re di Polonia dal 1386. Membro della dinastia gediminide, nato in Lituania dal granduca Algirdas e da Uliana di Tver' con il nome di Jogaila, fu allevato secondo il credo tradizionale lituano e successe al padre come granduca. In occasione del suo matrimonio con Edvige di Polonia, si convertì al cattolicesimo e cambiò il suo nome in Ladislao Jagellone.[1] Quest'evento segnò il tassello finale per la Lituania, ultimo paese nel continente europeo ancora fedele alle religioni ataviche, nel lungo processo di cristianizzazione, tanto che dopo di lui nessun sovrano lituano abbracciò nuovamente il paganesimo.[nota 2]

Tramite l'unione con Edvige, Ladislao ottenne la corona di Polonia. Il suo regno, durato quasi cinquant'anni, riunì per la prima volta la Polonia e la Lituania in una unione personale e gettò le basi per la secolare unione polacco-lituana. Ladislao fu infatti il capostipite della dinastia degli Jagelloni, una casata che governò entrambi gli stati fino al 1572, divenendo una delle più influenti nell'Europa del tardo Medioevo e della prima età moderna.[4] Nel corso del suo regno, lo stato polacco-lituano arrivò ad essere uno tra i più estesi stati del mondo cristiano.[5]

A capo della collaborazione polacco-lituana, Ladislao dovette affrontare il crescente nemico comune costituito dallo Stato monastico dei cavalieri teutonici. La vittoria degli alleati nella battaglia di Grunwald nel 1410, seguita dal trattato di Toruń del 1411, assicurò i confini polacchi e lituani e segnò l'emergere dell'alleanza tra le due compagini come potenza significativa nell'Europa orientale. Il suo regno estese inoltre le frontiere polacche ed è spesso considerato come l'inizio del secolo d'oro polacco. Dal punto di vista della politica interna, Ladislao non riuscì però a sedare del tutto le spinte separatiste della Lituania e a ridurre il peso della nobiltà, che anzi acquisì sempre più privilegi e influenza politica.

Il giudizio storico su Ladislao ha trasmesso l'immagine di una figura controversa: nonostante sia infatti celebrato in maniera unanime nella storiografia polacca e occidentale, quella lituana tende a considerarlo in maniera più negativa.[6][7] Per il suo grande impatto storico, politico e culturale, è comunque considerato uno dei più grandi sovrani dell'Europa orientale del XIV e XV secolo.[6]


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  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore bojtar182
  2. ^ (EN) Jonė Deveikė, The Legal Aspect of the Last Religious Conversion in Europe, in The Slavonic and East European Review, vol. 32, n. 78, dicembre 1953, pp. 117-131.
  3. ^ (EN) V. Stanley Vardys, Christianity in Lithuania, in Lituanus, vol. 34, n. 3, Antanas V. Dundzila, autunno 1988, p. 39, ISSN 0024-5089 (WC · ACNP). URL consultato il 10 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2020).
  4. ^ Bojtár, pp. 180-186.
  5. ^ (EN) Bartek Pytlas, Radical Right Parties in Central and Eastern Europe, Routledge, 2015, p. 95, ISBN 978-1-317-49585-7.
  6. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore sruogien
  7. ^ (LT) Regina Statkuvienė, Jogailaičiai. Kodėl ne Gediminaičiai?, su 15min.lt, 9 novembre 2018. URL consultato il 5 settembre 2020.

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