Il lamassu,[1] chiamato anche šēdu[2] e aladlammû[3] e adattato in italiano anche come lamassù[4][5] (in cuneiforme: 𒀭𒆗 AN.KAL oppure 𒀭𒆘 AN.KALxBAD; 𒀭𒆘 𒆗 AN.KALxBAD.KAL; in sumerico: dlama o dlamma, dalad; in accadico: dlamassu, dshedu), è una divinità protettrice, daimon intermediario, genio e nume tutelare ibrido presente in diverse civiltà mesopotamiche
I lamassu sono dèi, geni e spiriti daimonici che incarnano in sé tutto lo spettro divino e ricoprono perciò diverse funzioni. Nel loro ruolo di guardiani, proteggono le entrate e le stanze di case, palazzi, templi, città e luoghi sacri, svolgendo funzione apotropaica per allontanare le forze e le presenze ostili. In quanto daimon volatili, nelle preghiere e nelle invocazioni fungono da intermediari tra gli umani e gli dèi, mentre nel ruolo di numi tutelari accompagnano in coppie l'individuo o il dio, proteggendoli dalle influenze malevoli nelle loro attività quotidiane e viaggi. I lamassu sono rappresentati in aspetti più antropomorfi o teriomorfi a seconda dell'epoca, della civiltà e del carattere che esprimono. Il loro aspetto più noto è quello dei colossi alati neoassiri, tra i quali il lamassu viene raffigurato come un essere ibrido alato antropocefalo dal corpo di Toro e Leone, le ali rapaci d'Aquila e la testa umana, oppure come un Toro o Leone alato teriocefalo. Tuttavia per tutte le culture mesopotamiche uno šēdu o lamassu può avere potenzialmente le fattezze più o meno ibride animali di qualunque essere sovrannaturale.