La legge marziale in Polonia (in polacco Stan wojenny w Polsce, "stato di guerra in Polonia") si riferisce al periodo di tempo dal 13 dicembre 1981 al 22 luglio 1983, quando il governo comunista della Repubblica Popolare Polacca limitò drasticamente la vita quotidiana con l'introduzione della legge marziale, nel tentativo di schiacciare l'opposizione politica, guidata dal movimento di Solidarność. Migliaia di attivisti dell'opposizione furono internati senza accuse formali, e fino a 100 persone vennero uccise[1]. Anche se la legge marziale fu revocata nel 1983, molti dei prigionieri politici non vennero rilasciati fino all'amnistia generale del 1986.